In occasione del lancio della vertenza sulle pensioni di Cgil Cisl e Uil, in programma per domani con iniziative sindacali a Torino, Firenze e Bari, il Diario del Lavoro ha chiesto al segretario generale della Cisl Piemonte, Alessio Ferraris, di spiegare i temi alla base della vertenza, che coinvolgerà i pensionati, ma non solo.
Ferraris, da dove nasce l’esigenza di incentrare la vostra iniziativa su “pensioni” e “giovani”?
Le motivazioni sono diverse, ma strategicamente connesse: occorre, innanzitutto, rivalutare le pensioni che, dalla riforma Fornero ad oggi, hanno perso più del 30% del proprio potere d’acquisto e, contemporaneamente, reintrodurre strumenti di flessibilità che permettano di riaprire il turn over. È infatti proprio il blocco delle assunzioni il principale ostacolo all’occupazione giovanile. Infine, c’è il tema della previdenza complementare, che non riguarda l’oggi, ma il domani e, nello specifico, quello dei giovani: senza fondi complementari, saranno destinati a percepire pensioni che assomiglieranno sempre più ad assegni di povertà.
Quindi la vostra è una ricetta che si rivolge anche al mercato attivo del lavoro?
Decisamente. Se la “mini ripartenza” del nostro Paese ci vede comunque fanalino di coda dell’Europa, significa che qualcosa non funziona. Innovazione e formazione sono i pilastri fondamentali per ripartire, ma, senza un rinnovo, anche anagrafico, della forza lavoro, l’Italia rischia di rimanere impantanata in questa fase di stagnazione occupazionale.
La vostra piattaforma rivolge un’attenzione particolare anche alle donne. Perché?
Perché sono proprio le donne ad essere state maggiormente penalizzate dalla riforma Fornero, dato che l’innalzamento dei requisiti pensionistici non ha tenuto conto del lavoro di cura svolto dalle donne. Per questo, affermiamo che sia necessario estendere e potenziare la contribuzione per i periodi di congedo parentale.
In sintesi, quali sono gli obiettivi che vi prefiggete con la convocazione degli attivi interregionali di domani?
Vogliamo divulgare la nostra denuncia verso una riforma, la legge Fornero, che ha ingessato l’intero paese, introducendo elementi di eccessiva rigidità nell’accesso alla pensione e generando iniquità rispetto all’istituto della previdenza sociale. Far capire, cioè, alla cittadinanza tutta, che è solo disarticolando questa legge che il paese potrà ripartire. Ma, soprattutto, vogliamo far capire al governo che Cgil, Cisl e Uil ci sono e che, sulla base di una ritrovata comunione d’intenti, porteranno avanti una battaglia di civiltà e giustizia basata su ragionamenti che sono di semplice buon senso.
Che reazione vi aspettate dal governo, rispetto alle vostre proposte?
Ovviamente attendiamo una risposta e, anche se questo non succederà mai, perché riconoscere i propri errori in Italia è un reato, l’ammissione che la legge Fornero è una di quelle riforme che ha fatto più male al paese negli ultimi vent’anni. Basti pensare soltanto al drenaggio di risorse che comporterà nel periodo 2012-2020: circa 80 miliardi di euro. Ma, in fondo, ci potremmo accontentare anche solo del fatto che, finalmente, il governo passi dall’enunciazione ai fatti.
Fabiana Palombo