Discusso questa mattina al Tribunale di Taranto l’incidente di esecuzione richiesto dai legali dell’Ilva contro i due decreti disposti dal gip Patrizia Todisco gli scorsi 10 e 11 agosto. Ai giudici Pietro Genoviva, Filippo Di Todaro ed Elvia Di Roma gli avvocati di Ilva hanno chiesto di valutare se il gip aveva competenza funzionale a emettere i due decreti con cui, su richiesta dei custodi giudiziari, ne specificò le competenze, precisò che il sequestro non prevedeva la facoltà d’uso e soprattutto revocò la nomina di custode amministrativo del presidente di Ilva Bruno Ferrante, che era stata decisa qualche giorno prima dal Tribunale del riesame tarantino. Uscendo dalla stanza del giudice Genoviva, il presidente Ferrante ha dichiarato: “Abbiamo esposto ai magistrati le nostre ragioni, siamo convinti che i provvedimenti del gip non siano legittimi e corretti sul piano del diritto, soprattutto i custodi indicati dal Riesame dovevano rimanere gli stessi e non dovevano essere modificati”. Sul conflitto d’interessi di Ferrante indicato in uno dei provvedimenti del gip, il presidente di Ilva ha commentato: “Il conflitto d’interessi c’era anche quando il Riesame mi ha conferito l’incarico di custode amministrativo, visto che avevamo impugnato l’ordinanza del gip, ma i giudici hanno ritenuto ugualmente di affidarmi l’incarico. Ora c’è bisogno di chiarezza”. A chi gli chiedeva delle criticità all’interno dello stabilimento siderurgico, con particolare riferimento ai parchi minerali, Ferrante ha risposto: “Oltre ai parchi minerali ci sono diversi nodi da sciogliere sui sei impianti sotto sequestro. Rispettiamo le disposizioni e risolveremo le criticità. Abbiamo dato massima disponibilità e collaborazione ai custodi giudiziari che sono ogni giorno nello stabilimento ed intendiamo collaborare anche con i sindacati. Collaborazione vuol dire anche abbattere la conflittualità: Ilva ha infatti rinunciato a tutti i ricorsi in sede amministrativa. Dobbiamo dimostrare che è possibile coniugare salute e lavoro, è una grande opportunità per Taranto e per il Paese”. All’udienza, in difesa dei decreti del gip, c’erano il procuratore aggiunto Pietro Argentino e il sostituto Giovanna Cannarile. La Procura ionica ha sostenuto che i provvedimenti del gip sono legittimi. |