“Il contratto, chiuso dopo 7 mesi di trattativa, è figlio di una posizione unitaria dei sindacati. Abbiamo fatto una grande lavoro di sintesi insieme con le associazioni imprenditoriali. L’accordo si basa su un moderno modello di relazioni industriali che si fondano su contrattazione e concertazione, servizi e prestazioni per lavoratori e imprese. È un contratto che spinge alla regolarità attraverso un sistema premiante per le aziende, riducendo la contribuzione da versare alle casse edili. In questo modo mettiamo un argine al dumping contrattuale che vede nella bilateralità solo un costo. Inoltre con questo rinnovo si completano e rilanciano temi fondamentali già presenti nel precedente testo del 2022 quali il catalogo formativo e la sorveglianza sanitaria ma, al tempo stesso, con nuove ambizioni”. È questo il giudizio di Francesco Sannino, segretario nazionale della Feneal Uil e responsabile dell’edilizia, in merito al recente rinnovo che i sindacati di categoria hanno sottoscritto con Ance e Associazione Nazionale delle Cooperative.
“Si parte dall’’aumento di 210 euro al secondo livello ci ha permesso di recuperare il potere di acquisto fortemente eroso in questi ultimi anni dall’inflazione. Una cifra che abbiamo potuto garantire anche grazie al fatto che il valore aggiunto alla produzione nel settore tra il 2021 e il 2023 era schizzato al 66%. Le principali novità – continua Sannino – sono invece la denuncia unica nazionale e a seguire anche la trasferta unica nazionale”.
“La prima, oltre a promuovere la regolarità, garantisce maggiore trasparenza ed affidabilità nei confronti dei soggetti terzi e delle pubbliche amministrazioni. Si tratta di un modello telematico che l’impresa deve inviare mensilmente alla cassa edile e che contiene i dati riferiti al cantiere e all’operaio, dichiarando le ore lavorate e le ore non lavorate con campi bloccanti che impediscono le cosiddette “sottodenunce”. Questo evita che le aziende che non dichiarano le ore effettive abbiano un costo contrattuale inferiore. Inoltre la denuncia semplifica gli adempimenti e aumenta la capacità di controllo e di intervento del sistema rispetto alle irregolarità, generando economie per le imprese, lotta al dumping e alla concorrenza sleale e strumenti di tutela contrattuale per i lavoratori”.
“Se realizziamo la denuncia – continua il sindacalista – a cascata riusciremo a portare a casa anche la trasferta unica, altra importante rivoluzione contrattuale da segnalare. Al momento un’azienda, dopo il terzo mese che opera in una provincia diversa da quella di provenienza, è obbligata ad aprire una nuova posizione nella cassa edile della provincia dove sta lavorando. Questo moltiplica la burocrazia perché un’impresa può lavorare su più province. Con la trasferta unica poniamo le basi per una semplificazione del sistema attraverso cui i lavoratori possono usufruire dei servizi offerti dalla bilateralità, ed in particolare delle prestazioni straordinarie legate all’accumulo del monte ore. Per le imprese si riduce la burocrazia, mentre ai lavoratori viene data la possibilità concreta di riuscire di usufruire di quelle prestazioni. Fino ad oggi tutto questo era più difficile se non addirittura impossibile perché gli addetti in trasferta avevano le proprie ore spalmante su più casse e difficilmente accantonavano le ore necessarie. Con il nuovo contratto tutto questo verrà meno perché il conteggio delle ore rimarrà nella cassa edile della provincia di provenienza dell’azienda grazie a un unico applicativo che dovrà realizzare la Cnce, Commissione paritetica nazionale per le casse edili”.
“Un altro elemento riguarda la sorveglianza sanitaria che prevede la presenza di medici convenzionati con il Formedil, l’ente unico per la formazione e la sicurezza, che saranno presenti nei cantieri. Si tratta di una novità introdotta in via sperimentale per un anno, sulla quale la bilateralità ha investito 3 milioni di euro, togliendo l’aggravio economico alle imprese. Tutto questo per rafforzare sia la prevenzione ma anche il monitoraggio della salute dei lavoratori. Perché nel settore va purtroppo ricordato che non solo ci sono gli infortuni ma ci si ammala e molto. Il nostro obiettivo è quello di arrivare a una mappatura statistica delle principali patologie professionali per sviluppare poi strumenti di intervento utili”.
“Da segnalare anche il catalogo formativo – prosegue Sannino – che punta non solo a una qualificazione dei lavoratori per sopperire alla carenza di competenze, ma anche nel contrastare il problema del sotto inquadramento, che nel settore è molto presente visto che la maggior parte degli addetti si concentra tra il I° e il II° livello”.
“Qualificazione delle imprese e dei lavoratori, contrasto all’evasione e al dumping contrattuale e bilateralità sono la nostra bussola. Crediamo che sia fondamentale arrivare il prima possibile a una legge di sostegno agli accordi confederali su rappresentanza e rappresentatività, perché al Cnel ci sono più di mille contratti e questo non fa bene al lavoro regolare e di qualità, l’unico in grado di garantire non solo salari dignitosi ma tutela dei diritti”. Cosi Vito Panzarella, segretario generale della Feneal.
“Il settore sta vivendo ancora una fase positiva. Con i fondi del Pnrr che stanno compensando il blocco del superbonus. Occorre, tuttavia, aprire un confronto per allungare i tempi della messa a terra delle risorse perché il 2026 è vicino e rischiamo di non utilizzarle tutte. D’altro canto è chiaro a tutti che il superbonus, così come era stato concepito, non era più sostenibile nel lungo periodo, ma una sua rimodulazione a favore dei ceti meno abbienti e anche in virtù degli obiettivi da raggiungere sull’emissioni zero degli edifici previsti dalla Direttiva Case Green, avrebbe fatto meno danni della sua abolizione”.
“Scontiamo, tuttavia, alcuni problemi strutturali che nel tempo si sono acutizzati come la scarsa attrattività del settore nei confronti delle nuove generazioni. Per questo motivo – continua Panzarella – abbiamo promosso come filiera delle costruzioni la campagna “Fondamentale” proprio per offrire una narrazione diversa del comparto, come di un settore innovativo e da sempre strategico per paese in cui se il contratto è applicato, il lavoratore è tutelato sicuro e ben retribuito. C’è la difficoltà nel reperire manodopera specializzata. Il nostro sistema bilaterale sta facendo molto per formare e aggiornare le competenze ma non può fare tutto da solo. Anche per questo chiediamo che lo 0,30% versato a Fondoimpresa, che poi non viene speso, sia investito nella bilateralità. Ricordiamo che il nostro tessuto produttivo è fatto di piccole e piccolissime imprese e quello dell’edilizia è un mercato del lavoro molto parcellizzato. La bilateralità rappresenta il più forte collante che abbiamo per tutelare e proteggere i lavoratori e le imprese sane e per questo nel contratto abbiamo voluto rafforzarlo e semplificarlo sotto il profilo burocratico”.
“Dobbiamo – conclude Panzarella- non solo puntare su una maggiore qualificazione dei lavoratori ma anche delle imprese. La patente a punti, ad esempio, è stato un passo avanti importante ma da solo e così strutturato non basta, secondo noi, per ottenere un reale sistema di qualificazione in materia di salute e sicurezza. Si tratta di un provvedimento preso sull’onda emotiva di quanto successo al cantiere di Firenze che andava strutturato in maniera diversa. Noi, tra le altre cose, avevamo chiesto di introdurre il reato di omicidio sul lavoro e di istituire una procura speciale per gli infortuni e i morti sul lavoro, ma non siamo stati ascoltati, così come non siamo stati ascoltati sulla richiesta di maggiori risorse da destinare alla sicurezza nella legge di Bilancio 2025. Occorre fare di più per fermare gli infortuni a partire da una stretta sui subappalti che sappiamo benissimo essere una delle principali cause della mancanza di sicurezza di moltissimi cantieri. Deve cambiare il modello, meno subappalti appunto e più controlli, formazione continua e di qualità, nuove tecnologie, rispetto dei contratti, lotta alla precarietà e all’illegalità.”
Tommaso Nutarelli