E’ ripreso oggi, in Confindustria, il negoziato per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Un appuntamento che ha avuto al centro l’esame della nuova proposta di adeguamento delle retribuzioni di tutti i lavoratori, presentata da Federmeccanica-Assistal a Fim, Fiom e Uilm nel corso del precedente incontro del 28 settembre scorso, ma che sopratutto segna il vero inizio del confronto: dopo quasi un anno di ”melina”, adesso si intravvede la possibilita’ di concludere in tempi ragionevoli. Probabilmente entro il mese di novembre.
Infatti, anche se i sindacati sottolineano che la proposta delle imprese rappresenta una svolta significativa ma ancora non del tutto soddisfacente, riconoscono, tutti, che c’e’ comunque la possibilita’ di proseguire la trattativa. E la stessa Federmeccanica, dopo aver ascoltato le posizioni (e quindi anche le richieste e i dubbi) di tutte le organizzazioni sindacali, si e’ detta d’accordo nel definire un calendario stringente di nuovi appuntamenti: il 14 e il 26 ottobre si terranno due incontri tecnici tra gli uffici sindacali di Fim, Fiom, Uilm e Federmeccanica, mentre il 20 e il 27 ottobre si terranno le ”ristrette” tra le segreterie nazionali dei tre sindacati e la delegazione degli industriali. Al termine di questi incontri, infine, si verificheranno le condizioni per fissare una ”plenaria” a partire dai primi di novembre. Vale la pena di aggiungere che per il 2 novembre la Fiom ha convocato il proprio comitato centrale, per fare il punto sul negoziato e dare una valutazione sulla trattativa. Passaggio preliminare per l’ eventuale stretta finale e la firma del contratto.
I punti sui quali ancora non c’e’ l’accordo riguardano sopratutto l’adeguamento salariale. In un periodo di bassa inflazione, osserva Marco Bentivogli, della Fim Cisl, e’ importante non far perdere denaro ai lavoratori, tutelando il potere d’acquisto dei loro salari. Quindi, no netto alla proposta di ‘’decalage’’ avanzata da Federmeccanica, possibile invece “il recupero posticipato, a patto che ci sia il recupero con una tantum dei periodi scoperti, per evitare che si determinino perdite per il lavoratore”.
“La proposta delle imprese è ancora insufficiente- afferma Bentivogli – e in particolare l’idea di non riconoscere il 100% dell’inflazione è per noi un punto non accettabile”. Quanto ai “Flexible Benefits” proposti dalle imprese come integrazione salariale, “sono positivi per i benefici netti che portano, ma è indispensabile gestire una negoziazione nazionale e territoriale per renderle più efficace questo strumento”. Infine, sottolinea il leader Fim Cisl, “L’assorbibilità non può riguardare il salario aziendale già contrattato” e anche l’ipotesi di durata del Ccnl che viene proposta per un periodo di 4 anni, “è utile che venga rivista e ridotta”.
Tuttavia, conferma il sindacalista, “ci sono gli spazi per iniziare una nuova e conclusiva fase della trattativa. Oggi –conclude- dobbiamo dare tutti insieme un segno inequivocabile che la trattativa è ad una svolta, che cambia il passo e si iniziano a raccogliere tutti gli elementi per poter avviare la fase conclusiva”.