L’accordo di Mirafiori “consente un altro importante passo avanti per la realizzazione di un grande progetto industriale come Fabbrica Italia”. Però “ora si deve aprire un tavolo sulla rappresentanza”. È l’appello che lancia a Confindustria e sindacati il presidente di Federmeccanica, Pierluigi Ceccardi, perché “un conto è concludere un contratto senza la firma della Fiom, un altro è gestire le relazioni industriali in azienda senza una organizzazione che rappresenta una parte cospicua dei lavoratori”.
Nel cambiamento delle relazioni industriali la Fiat “dà uno strattone che accelera il processo”, ma il Lingotto “sta vivendo un’esperienza unica ed eccezionale” su “un altro pianeta rispetto alla realtà italiana”. Federmeccanica 2rappresenta almeno 12mila aziende con circa un milione di lavoratori e deve trovare soluzioni in cui il sistema si riconosca”. Le scelte, per Ceccardi, sono solo due: “O ogni azienda va per conto proprio e si organizza come può”, oppure “si decide di stare in un sistema che adotta regole comuni” che “devono essere sempre più flessibili e adattabili alle singole realtà”. Il contratto nazionale, insomma, “ha ancora il suo ruolo importante da svolgere, ma non può essere una gabbia, come sembra pensare la Fiom, ma uno strumento per gestire le relazioni industriali”.
Quanto al contratto auto, per Ceccardi va definito all’interno del contratto metalmeccanico, altrimenti “il rischio è che i contratti nazionali si moltiplichino e il loro ruolo si ampli. Se così fosse dovremmo riverificare gli obiettivi che ci eravamo dati”. (FRN)