«Accrediteremo al Mise soltanto gli Innovation Manager di cui abbiamo certificato le competenze». Questa la posizione espressa dal presidente Federmanager, Stefano Cuzzilla, alla vigilia dell’apertura della finestra di un mese per l’iscrizione all’elenco degli Innovation Manager predisposto dal ministero dello Sviluppo economico.
Da domani e fino al 25 ottobre, persone fisiche e società di consulenza potranno iscriversi all’elenco del Mise da cui le piccole e medie imprese, nonché le reti di impresa, attingeranno per dotarsi della collaborazione del profilo più appropriato al proprio fabbisogno di innovazione, utilizzando il “voucher per l’innovation manager” messo a disposizione dal decreto del 7 maggio 2019.
L’obiettivo di Federmanager, come Organizzazione di rappresentanza del management, è quello di accreditare i profili di manager per l’innovazione che, rispondendo a qualificati requisiti di professionalità, costituiranno un bacino di opportunità per le Pmi italiane.
Sono oltre 200 gli Innovation Manager già certificati o che stanno completando il percorso di certificazione che Federmanager accrediterà nell’elenco ufficiale. «Si tratta di professionisti altamente qualificati che hanno completato un percorso che ha misurato, pesandole, capacità e competenze. Abbiamo colmato gli eventuali gap formativi, accompagnando i colleghi verso il conseguimento di un’attestazione rilasciata da valutatori terzi e imparziali», ha spiegato Cuzzilla.
La certificazione è il requisito che Federmanager aggiunge a quelli previsti dal decreto perché, ha chiarito Cuzzilla, «vogliamo garantire che la misura del voucher produca l’effetto sperato: per innovare l’impresa servono preparazione specifica e competenze manageriali non banali. Il contributo stanziato non va sprecato – ha avvertito -. Il voucher rappresenta un’opportunità per i manager e soprattutto per le imprese, che devono aprirsi alle competenze manageriali necessarie per agganciare quella rivoluzione 4.0 di cui si parla tanto e alla quale finora ci siamo soltanto accostati».
Secondo il Think tank di esperti provenienti dal mondo accademico e dell’industria, che Federmanager ha costituito un anno fa, il Piano Impresa 4.0 non solo deve essere riconfermato nel suo impianto, ma deve evolvere. «Impresa 4.0 è un insieme di tecnologie, ma soprattutto è strategia; va interpretata sia come strumento di efficientamento dei costi sia nella sua funzione prospettica, data la potenzialità di generare nuovi prodotti, nuovi processi e nuovi business model. Per entrambe le interpretazioni – ha indicato il Think tank Federmanager – l’intervento del manager (e non solo dei tecnici) è decisivo».
La figura dell’innovation manager è stata oggetto del convegno che Federmanager ha promosso oggi a Roma con la partecipazione di Laura Aria, direttore generale della Direzione per gli incentivi alle imprese del Mise, Luca Carabetta, Vice Presidente X Commissione Attività produttive Camera dei Deputati e con i contributi di Andrea Bonaccorsi, presidente corso di laurea Ingegneria gestionale Università di Pisa, Luciano Massone, World class manufacturing EMEA Vice President, FCA Group, Federico Mioni, direttore Federmanager Academy. I lavori dell’evento, moderato da Sergio Luciano, Direttore Economy, sono stati chiusi da Mario Cardoni, direttore generale Federmanager.
LA SCHEDA
Innovation Manager, una definizione
L’Innovation Manager è colui che, pur non essendo un tecnologo e un iper specialista, riesce a creare una visione connettiva di vari aspetti e di varie competenze necessarie a governare il salto verso la digitalizzazione e permettere all’impresa di entrare in una consapevolezza di Industry 4.0. Possiede un mix di competenze hard (tecniche e di settore) e soft, nel senso di una capacità di leadership vissuta sul campo (capacità di ascolto oltre che di guida, di negoziazione e di motivazione ecc.).
Le competenze essenziali
- DATA E ANALYTICS
Ai manager è richiesto di iniziare e supportare azioni organizzative che utilizzano i dati messi a disposizione dalla integrazione cyberfisica della produzione e dalla immersione nella rete al fine di generare valore. Non è necessario essere statistici o informatici ma serve conoscere gli elementi di base di Data science, sia per la analisi dei dati che dei testi.
2. IT
I manager devono essere utilizzatori attivi, curiosi, intelligenti delle enormi opportunità offerte dalle tecnologie digitali. Non è necessario essere tecnologi né saper programmare, ma serve lavorare insieme agli esperti in progetti concreti e finalizzati alla creazione di valore.
3. COMPETENZE TRASVERSALI
I manager devono essere i leader del cambiamento ma anche gli orchestratori e i mediatori di competenze diverse. Gestire team diversi per competenza, orientamento operativo, anzianità di servizio, genere. Servono competenze soft di alto livello, da aggiornare continuamente.
L’innovation manager è quindi la figura migliore per guidare i processi e non solo acquistare una tecnologia, per connettere idee/persone/tecnologie e non solo per introdurre un’automazione o algoritmi che possono anche essere astratti e inutili, se non calati in un contesto che si vuole portare alla Innovation possibile. In altri termini, il manager più di altri è la figura che può dare il leverage per un salto di qualità fondamentale sia alle Pmi sia alle aziende medio-grandi, e per questo investire sugli Innovation Manager (ancor meglio se certificati) è la base per avere ritorni e valore aggiunto.
Perché certificare? Il percorso BeManager
Per tutti questi motivi, l’Innovation Manager certificato è la figura che unisce strategia e tecnologia, soluzioni concrete e nuove prospettive, con la garanzia data dalla certificazione di Federmanager che la sua formazione e le sue esperienze pregresse sono state esaminate e validate da grandi esperti del mondo accademico o manageriale.
BeManager è il nome del percorso di Certificazione delle Competenze manageriali dedicato agli iscritti Federmanager che attesta le competenze curriculari, erogando formazione e corsi specifici, e le soft skill, competenze trasversali che vanno oltre l’ambito tecnico. È un percorso realizzato dai manager per i manager e si concentra sui profili più richiesti dal mercato.
Federmanager ha realizzato questo percorso per validare la professionalità dei manager rafforzando la loro spendibilità nel mondo del lavoro e per offrire alle imprese, ma in particolare alle Pmi, un serbatoio di profili manageriali portatori di competenze certificate.