L’impatto che il decreto sulla spending review del governo Monti avrà sul servizio finora assicurato dalle farmacie e i conseguenti risvolti sul fronte occupazionale sono stati al centro di un incontro svoltosi questa mattina tra Federfarma e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali nazionali di settore, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil.
“La nuova ulteriore trattenuta imposta alle farmacie e la contestuale drastica riduzione del tetto di spesa farmaceutica territoriale previste dal decreto – spiega in una nota Federfarma – comporteranno un’insostenibile contrazione dei margini della farmacia sui medicinali Ssn, già praticamente prossimi allo zero a causa dei ripetuti tagli imposti negli anni.” Per poter continuare a garantire il servizio alla collettività, le farmacie “saranno costrette a tagliare drasticamente i costi di gestione e questo avrà inevitabilmente pesanti ripercussioni sui livelli occupazionali” che non potranno più essere mantenuti ai livelli attuali: sono circa 20.000, conferma l’associazione dei farmacisti, i posti di lavoro a rischio in un settore “che finora ha garantito prospettive occupazionali stabili ai laureati in farmacia, senza mai ricorrere a forme di precariato”.
I rappresentanti delle organizzazioni sindacali, riporta quindi Federfarma, hanno “pienamente condiviso l’allarme lanciato da Federfarma e hanno stigmatizzato le scelte di questi anni, caratterizzate da ripetuti tagli sul servizio farmaceutico territoriale, che invece, anche secondo i sindacati, richiede interventi strutturali di riforma per rendere le farmacie sempre più efficienti e in grado di mantenere alti livelli di servizio, in particolare a favore delle fasce più deboli della popolazione”. (LF)
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