Valeria Fedeli, segretario generale della Filtea Cgil, i vostri rinnovi di categoria cadono in una stagione contrattuale complessa. Cominciamo col fare un punto temporale.
La stagione contrattuale della Filtea è già iniziata a fine gennaio, con il primo contratto di categoria delle lavanderie industriali che è scaduto il 30 giugno 2009. Abbiamo poi proseguito con il settore dell’occhialeria in scadenza il 31 dicembre 2009 e ora è la volta dei tessili, il cui contratto scadrà il 31 marzo 2010. Voglio ricordare che in scadenza sono tutti bienni economici e che la Filtea ha deciso di rinnovare per una scelta di unità sindacale.
Perché parla di unità con tre piattaforme separate?
Innanzitutto nell’elaborare le piattaforme ci siamo attenuti al fatto che avevamo alle spalle positivi e importanti rinnovi contrattuali del quadriennio. Per questo la piattaforma unitaria dell’ultimo rinnovo rimane un punto di riferimento. Per quanto riguarda la contrattazione, pur non avendo firmato l’accordo del 22 gennaio come Confederazione, elemento che avrebbe potuto dividerci, condividiamo con Cisl e Uil la scelta sul triennio, oltre alla parte normativa che è sostanzialmente uguale per tutte e tre le sigle sindacali.
Quali punti condividete?
Nello specifico c’è una forte condivisione sulla riforma dell’inquadramento professionale, sul rafforzamento della contrattazione di II livello e sull’estensione della formazione. Cerchiamo di seguire, come abbiamo sempre fatto, relazioni unitarie. A tal fine abbiamo proposto come Filtea alle altre federazioni di non inserire nelle piattaforme la possibilità di derogare alla contrattazione nazionale e di evitare di esplicitare il terreno salariale. Tutte e tre le organizzazioni hanno scelto di fare, escludendo le cose che potevano dividere e puntando invece su quelle che potevano unire.
E sulla parte economica?
Crediamo che anche su questa si possa arrivare a una cifra unitaria, considerando che prima del nuovo modello contrattuale nel settore tessile non si era mai definito un valore medio di riferimento né tra i sindacati né con la controparte, il che lasciava un margine possibile di scelta. Credo che l’utilità sindacale favorirà l’incontro anche sulla cifra.
Qual è la vostra richiesta salariale?
Noi chiediamo 127 euro per il tessile, abbigliamento, calzaturiero, così come per tutti gli altri settori. E’ un valore che condividiamo con la Uilta e che si basa sull’inflazione attesa non depurata e sul recupero della differenza tra l’inflazione programmata e quella reale. Non è un caso che l’aumento salariale richiesto sia uguale per tutti i settori. Il nostro obiettivo è di accorpare i contratti del sistema moda, ma rimane la difficoltà di controparti diverse per settore.
Cosa chiedete ancora?
Insistiamo sull’elemento formazione, valorizzato anche nella mozione della Cgil (ndr la mozione della maggioranza che sostiene Epifani), e sulla riduzione del periodo di apprendistato per limitare la precarietà. Chiediamo inoltre un’effettiva partecipazione della commissione istituita sulla riforma dell’inquadramento anche nel settore tessile. Infatti mentre per le lavanderie industriali già l’accordo del 2007 prevedeva una riforma e per l’occhialeria con l’intesa del 2008 è stata istituita una commissione che ha lavorato e ora è in atto una fase di sperimentazione su un campione di aziende, per il settore tessile, di merito più indietro, la realtà professionale è più complessa. Parliamo infatti di 680.000 lavoratori di cui l’87% sono impiegati in piccole imprese, contro i 23.000 addetti del settore dell’occhialeria che fanno capo pressappoco a grandi aziende come Luxottica. Quindi l’impatto è diverso.
Riuscirete come categoria a raggiungere un risultato unitario?
L’impianto della Filtea è, per scelta politica e sindacale, conseguire un risultato unitario. Ci sono le premesse dal punto di vista sindacale, e mi auguro ci siano anche con la controparte che si è sempre contraddistinta in modo positivo. È importante raggiungere il riconoscimento del valore salariale e normativo del lavoro, ragionando su come collegare l’innovazione e il cambiamento a miglioramenti per i lavoratori. Anche se tutto è molto in salita a causa dell’accordo separato del 22 gennaio, lavoriamo per un contratto unitario. La strada dell’unità è favorita da esempi positivi, ad eccezione dei metalmeccanici, avuti di recente quali alimentaristi, telecomunicazioni e grafici.
Quando si aprirà la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale dei tessili?
Venerdì, dopo un mese e mezzo di consultazioni, presenteremo la piattaforma all’assemblea nazionale dei quadri e dei delegati e dopo l’approvazione dei lavoratori la invieremo alle controparti. Ipotizziamo di aprire il negoziato il 9 dicembre a Milano, ma attendiamo conferma dalle imprese.
Francesca Romana Nesci