Fiat convochi il tavolo di confronto su Mirafiori e proceda all’attuazione di Fabbrica Italia. A chiederlo é il segretario generale della Fim Cisl, Giuseppe Farina. “Chiedo alla Fiat – afferma Farina in una nota – di convocare il tavolo di confronto su Mirafiori e di procedere all’attuazione di Fabbrica Italia all’interno del sistema contrattuale e con i sindacati che condividono il progetto, non usando il pretesto – peraltro infondato – delle mancate garanzie di governabilità degli stabilimenti per ricercare inutili e solitarie avventure contrattuali”.
“L’amministratore delegato della Fiat – prosegue Farina – ha ragione quando afferma che l’incertezza é la cosa peggiore per chi deve investire ingenti risorse e portare avanti un progetto impegnativo come Fabbrica Italia”. “Lo é per la Fiat e lo é anche per la Fim Cisl e per i sindacati che hanno sostenuto il progetto”, dice Farina.
Spiega che i sindacati firmatari “ci hanno messo molta faccia, molto impegno e responsabilità”.
Per questo secondo la Fim, dal momento che gli affidamenti politici e le condizioni tecnico-contrattuali che la Fiat ha chiesto per assicurare la governabilità degli stabilimenti ci sono tutti, “non c’é alcuna ragione” per rinviare ulteriormente l’avvio definitivo degli investimenti e neanche la convocazione dell’incontro su Mirafiori previsto nel mese di novembre.
I metalmeccanici della Cisl sono pronti a iniziare a lavaorare con Federmeccanica ma, ritengono che “occorrerà del tempo per concretizzare una così impegnativa riorganizzazione del contratto nazionale e che ciò si possa decidere solo in sede di rinnovo”.
Per avviare Fabbrica Italia c’è già “un ampio e forte consenso, come testimoniato dal risultato del referendum di Pomigliano, dal fallimento degli scioperi proclamati dalla Fiom negli stabilimenti Fiat, e dai risultati del questionario svolto tra i lavoratori di Mirafiori. Sono dati questi che confermano, osserva Farina, che chi non ha condiviso l’accordo di Pomigliano non solo é un sindacato minoritario, ma che le sue scelte sono già state sconfessate dai lavoratori della Fiat che invece credono in Fabbrica Italia e sono disponibili a condividerne sacrifici e risultati”.
“Invito la Fiom e la Cgil – conclude – a riflettere sul grave errore fatto a Pomigliano, a rimboccarsi le maniche come la Fim ha già fatto, e a non creare alibi alla Fiat per un ulteriore ritardo nell’avvio del progetto Fabbrica Italia”. (FRN)
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