Proseguono le polemiche tra la Fiat e il vescovo di Nola, Beniamino Depalma. Il prelato si era recato tre settimane fa fuori dai cancelli di Pomigliano durante una manifestazione organizzata dalla Fiom e da Slai Cobas. Depalma nei giorni scorsi ha organizzato degli incontri con i sindaci della zona invitando anche il Lingotto che ha deciso però di non partecipare sostenendo, in una lettera scritta dal direttore dello stabilimento, Giuseppe Figliolo, che il vescovo si era schierato “dalla parte dei violenti”. L’azienda, nella stessa missiva, ha quindi invitato Depalma a visitare la fabbrica per parlare con i lavoratori. Il diario del lavoro ha chiesto un commento sulla vicenda al segretario generale della Fim Cisl, Giuseppe Farina.
Quale opinione si è fatto sulla vicenda?
Premesso che la chiesa deve seguire la sua coscienza e ovviamente è libera di fare quello che ritiene più opportuno, ma devo dire che c’è stato un grande equivoco tra il vescovo e la Fiat. Se il religioso fosse stato informato meglio sui fatti non credo si sarebbe recato ai cancelli durante la protesta della Fiom. La sua presenza è stata inopportuna perché alla manifestazione vi erano pochissimi operai e molti politici e studenti. Se voleva mettere pace, ha ottenuto solo un mare di polemiche.
Perché il direttore dello stabilimento di Pomigliano, Giuseppe Figliolo, ha definito la protesta violenta?
Perché fino all’intervento delle forze dell’ordine, 200-300 persone hanno tentato di impedire agli operai di entrare in fabbrica. Tra di loro vi erano pochissimi lavoratori in cassa integrazione.
Perché la Fiom manifestava?
Ci contestano di aver firmato un accordo che prevede due sabati lavorativi straordinari per un picco di produzione quando ancora vi sono dei lavoratori in cassa integrazione.
Non si potevano utilizzare i lavoratori in cassa integrazione invece di far fare degli straordinari?
No perché si tratta di un picco produttivo limitato che non avrebbe mai permesso il riassorbimento di molti lavoratori. Per questo abbiamo optato per gli straordinari e il ritorno al lavoro di nove cassaintegrati. La posizione della Fiom è del tutto ideologica.
Perché?
La Fiom firma accordi analoghi con tutti, ma non con la Fiat. Ne ha firmato uno simile proprio in questi giorni all’Electrolux di Susegana. Anche lì, pur in presenza di lavoratori in cassa, si è optato per gli straordinario di fronte a picco produttivo che necessitava di più ore lavorate, ma non tale da portare al rientro al lavoro dei cassaintegrati.
Quindi secondo lei la Fiom utilizza due pesi e due misure?
Assolutamente sì, appena si parla di Fiat tutto diventa politica. Proprio per questo il vescovo andando fuori dai cancelli ha finito solo per rendere lo scontro più duro.
Ma c’è rabbia tra i cassaintegrati di Pomigliano?
La Fiom tenta di creare ad arte rabbia, ma tra i cassaintegrati c’è solo la speranza di poter rientrare al lavoro. Io sono convinto che proprio grazie a tutto il lavoro che abbiamo fatto, nonostante la continua opposizione della Fiom, sono state poste le basi perché questo avvenga. I lavoratori questo lo hanno capito.
Luca Fortis