Sono scoppiate molte polemiche dopo la decisione della Fiat di chiedere due anni di cassa integrazione per ristrutturazione del sito di Melfi.
Giuseppe Farina, segretario generale della Fim Cisl, che ne pensa?
Che sulla Fiat c’è da parte dei media e della Fiom Cgil un livello di ideologia inaccettabile. L’azienda è una delle poche che ancora investe nel paese in un panorama in cui molte altre fanno cassa integrazione per crisi.
Quindi a Melfi la cassa integrazione per ristrutturazione è positiva?
Certamente. Avevamo chiesto gli investimenti e l’azienda gli sta facendo, ma non si può rinnovare le linee produttive se vengono utilizzate. Ecco perché in questi due anni si utilizzerà, di volta in volta, una sola linea che continuerà a produrre la Punto, mentre le altre verranno rifatte.
Che modelli verranno prodotti?
Dei mini Suv per il mercato americano.
Ma conviene fare dei mini Suv per il mercato americano, visto il costo del mercato del lavoro italiano e i costi di spedizione, quando la Chrysler ha delle fabbriche in Messico?
Il mercato americano è in ripresa e le loro fabbriche sono sature quindi si tratta di un progetto con basi solide.
Ma si tratta di un modello di alta gamma?
Sì, la Fiat ha deciso di puntare su modelli dove il guadagno possa essere maggiore. Sui modelli di classe media c’è una tale concorrenza che i profitti sono bassissimi. L’azienda su quel fronte ha dei buoni modelli come la Panda e vuole conservare le quote di mercato che già ha, ma allo stesso tempo ha deciso di puntare molto sulle fasce alte.
Non pensa che sia un grave handicap non essere presenti in mercati come quello cinese?
Assolutamente sì, è il vero problema che Fiat-Chrysler ha. Oggi è fondamentale vendere in Cina, Russia e India. Per ora sola la Ferrari ha una presenza significativa in questi mercati.
Se la Fiat si fondesse con la Chrysler e spostasse la sede legale negli Stati Uniti cosa fareste?
Vedremo, quello che conta di più è che conservi la capacità produttiva presente oggi nel nostro paese e che sia capace di vendere nei mercati i suoi prodotti. I critici di Marchionne dovrebbero riflettere su cosa sarebbe oggi la Fiat senza la Chrysler.
Ci sono novità in altre fabbriche?
Il 30 gennaio parte la produzione della Maserati a Grugliasco. Si tratta di ottima notizia perché lo stabilimento era chiuso da molto tempo.
Che idea si è fatto della situazione a Pomigliano?
Abbiamo detto chiaramente all’azienda che siamo contrari al licenziamento dei 19 dipendenti a seguito della sentenza che ha obbligato la Fiat ad assumere un certo numero di iscritti alla Fiom. Ora ci sono ancora 120 giorni di tempo. Speriamo che si trovi una soluzione equa. Più in generale, la Panda, che viene prodotta nello stabilimento, ha avuto un discreto successo. Il problema è il crollo dei consumi e su questo la Fiat può far poco. Bisogna sperare che il prossimo governo attui delle politiche per invertire il trend negativo.
A Mirafiori come è la situazione?
Fiat ha promesso di fare degli investimenti per produrre nella fabbrica dei modelli di gamma alta. Noi stiamo premendo perché si parta il prima possibile. Bisogna investire ora in modo tale da essere pronti quando il mercato riprenderà.
Che succede all’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese?
Dopo il fallimento della proposta della Dr Motors si è ricominciato da capo. La gara internazionale è stata riaperta, ma per ora non ci sono investitori che sono andati al di là di un generico interesse. I lavoratori nel frattempo stanno in cassa integrazione.
Luca fortis