Ci sono protagonisti e un certo numero di osservatori che delle vicende Fiat sembrano ansiosi di celebrare il funerale a qualche stabilimento e dire addio agli investimenti Fiat in Italia. Lo sostiene il segretario generale della della Fim Cisl, Giuseppe Farina. “A tutta questa gente – sostiene – sembrano sfuggire totalmente le gravi conseguenze che si avrebbero per i lavoratori della Fiat e per tutto il Paese se ciò accadesse. Infatti, fuori da ogni vagheggiata ipotesi e illusione, il progetto fabbrica Italia presentato dalla Fiat nel 2010 e oggi sottoposto a revisione, rappresenta ancora l’unica vera possibilità in grado di assicurare una prospettiva all’industria dell’auto nel nostro Paese e al lavoro ad essa collegata”. “Se fallisce – prosegue – il progetto della Fiat, è assai improbabile che si troverà un altro produttore disponibile a venire a costruire auto in Italia, anzi, per gli altri produttori europei questa eventualità, sarebbe un regalo isperato che li aiuterebbe nel mantenere aperti i loro impianti”. “Per queste ragioni – secondo Palombella – gli investimenti della Fiat sono irrinunciabili è in gioco la sopravvivenza del comparto più importante dell’industria nazionale” “E’ comprensibile – sostiene – che la Fiat a fronte della grave crisi dei mercati e dei consumi in Italia e in Europa, possa prevedere una rimodulazione del piano d’investimenti e rivedere alcune delle scelte fatte nel progetto fabbrica Italia, quello che non sarebbe invece accettabile: è il ridimensionamento degli investimenti sugli stabilimenti italiani, la rinuncia della Fiat a credere ed investire nella ripresa e nella crescita del mercato italiano ed europeo e sulle capacità della Fiat e dei lavoratori italiani di essere all’altezza di questa sfida. Tutto ciò ha rappresentato la scommessa che ha fatto da base e da sfondo agli accordi sindacali e all’ipotesi di rilancio delle prodotti Fiat in Italia e in Europa”. “In questa sfida – aggiunge – i lavoratori hanno fatto la loro parte, adesso tocca alla Fiat e al suo amministratore delegato, onorare l’impegno e non sottrarsi alla competizione”. m“Bene ha fatto il governo – conclude – a sollecitare Fiat a dare chiarimenti sulla natura della revisione del progetto e a chiedere l’impegno per confermare il programma degli investimenti e le prospettive di lavoro per tutti gli stabilimenti della Fiat. Ora anche il governo deve fare la sua parte, affrontando i nodi che penalizzano nella competizione nostro sistema industriale, assumendo provvedimenti straordinari a sostegno degli investimenti delle imprese, sulla crescita della produttività e sulla riduzione de cuneo contributivo per ridare spinta ai consumi”. (LF)
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