“La forte opposizione di Fim e Uilm ha impedito la disdetta del Contratto nazionale e l’uscita della Fiat da Federmeccanica”. Lo ha detto Giuseppe Farina, segretario generale della Fim Cisl, aggiungendo che “affronteremo il problema delle garanzie che la Fiat chiede, e a cui ha vincolato gli investimenti in Italia, all’interno del Contratto nazionale del 2009 firmato da Fim e Uilm, che già prevede che la Commissione nazionale paritetica con Federmeccanica – che ha in questi mesi definito le linee guida per la contrattazione di secondo livello e la costituzione dell’Ente bilaterale – debba completare entro dicembre 2010 una disciplina regolatoria sulle materie di competenza dei due livelli contrattuali e su quelle sulle quali rendere possibili le deroghe al contratto nazionale”.
Per il sindacalista “non c’è quindi nulla di nuovo, l’impegno che abbiamo assunto con la Fiat è già previsto nel Ccnl”. In quest’ottica la costituzione della Newco di Pomigliano appare oggi persino inutile e certamente non comporta alcun cambiamento delle condizioni normative e retributive dei lavoratori di Pomigliano.
“La decisione della Fiat – prosegue – di confermare la Newco a Pomigliano appare perciò un’operazione più simbolica che necessaria all’attività produttiva dello stabilimento, le cui esigenze sono già state regolate dall’accordo del 15 giugno scorso”. “Mentre – agiunge – la decisione di non aderire all’Unione Industriali di Napoli è inutile quanto sbagliata, chiediamo pertanto alla Fiat di ripensarci”.
Per quanto riguarda, conclude, “i previsti incontri per i singoli stabilimenti Fiat, essi dovranno partire dalla definizione degli investimenti e delle missioni produttive loro assegnate, al fine di realizzare accordi sindacali che dovranno tener conto e affrontare i problemi specifici dei diversi siti“. (LF)