In Italia “la congiuntura del credito offre segnali incoraggianti”. È quanto ha affermato il presidente uscente dell’Abi Corrado Faissola nel suo intervento all’assemblea dell’associazione.
Faissola ha citato i dati sul credito alle famiglie che, dopo una fase di decelerazione durata fino agli inizi del 2009, “ha ripreso a crescere” con un aumento del 7,8% a maggio su base annua contro la media Ue del 2,4%. Per quanto riguarda le imprese, la caduta inizia ad attenuarsi e, sempre a maggio, il calo si è fermato all’1,5% rispetto alla media Ue del -3%.
Faissola è tornato a ribadire come i tassi applicati in Italia sono in genere “inferiori a quelli che si riscontrano nell’area euro” e ha sottolineato come “uno dei più pesanti lasciti della crisi” sia rappresentato “dal deterioramento della qualità del credito” con sofferenze al netto delle svalutazioni pari a 38 miliardi di euro (+16 miliardi rispetto a fine 2008.
Faissola poi esprime preoccupazione per “l’incertezza dei mercati finanziari” che, a suo avviso, è possibile scongiurare con “un sostenibile quadro di finanza pubblica di medio termine”, agendo sul debito. Secondo Faissola “è un imperativo per tutti” visto che “negli ultimi due anni nell’area euro l’incidenza del debito pubblico sul prodotto è passata dal 66 al 79%”. Il presidente uscente ha riconosciuto come in Italia il deficit si è deteriorato in misura minore rispetto agli altri paesi (5,4% del Pil contro il 6,3% dell’area euro). Le banche italiane condividono così “il nuovo sforzo in cui è impegnato il governo: riportare il saldo al netto degli interessi a un livello compatibile con la discesa del rapporto debito sul Pil”.
È “ottimo” lo stato di salute delle banche, ha detto Giuseppe Mussari, che assumerà oggi la presidenza dell’associazione bancaria, l’Abi.
“È un’associazione forte; in questi anni Corrado Faissola ha lavorato molto bene, spero di fare bene anche io”, ha commentato Mussari. (FRN)