Ubi Banca è l’unico grande gruppo bancario in ritardo nel pagamento del premio aziendale ai dipendenti. Lo sostiene in una nota il segretario generale della Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani) Lando Maria Sileoni.
Secondo il dirigente sindacale “i ritardi di Ubi, unico tra i grandi gruppi bancari a non aver ancora corrisposto il premio variabile aziendale (Vap) 2010, appare francamente poco comprensibile e non mi spiego come non si comprenda da parte dei vertici che tale atteggiamento nuoce alla motivazione dei dipendenti, pregiudicandone il consenso, soprattutto in una fase di cambiamento organizzativo come quella attuale”.
Sileoni indica poi che nella semestrale diffusa ieri è indicato come “il gruppo ha accantonato le risorse finanziare per il rinnovo del contratto collettivo nazionale scaduto il 31 dicembre 2010 e anche per pagare il sistema incentivante”. Da qui l’invito ai vertici della banca a “convocare le organizzazioni sindacali per chiudere al più presto la partita”.
Sileoni ha poi ricordato come “l’organico complessivo del Gruppo sia calato di 714 risorse rispetto al 30 giugno 2010”, evidenziando una diminuzione che “va oltre quella definita dagli accordi sindacali sottoscritti nel maggio dello scorso anno, pari a 495 risorse, e denota una evidente tendenza al ridimensionamento quantitativo della forza lavoro”.
Il sindacalista entra anche nel dettaglio della relazione semestrale, esprimendo la propria “preoccupazione sui diversi aspetti della gestione”, dato che “sull’utile netto del primo semestre 2011 pesano, in maniera determinante, alcune componenti non ricorrenti positive dovute a riprese fiscali rinvenienti dalla originale fusione”.
“Escludendo le voci non ricorrenti – prosegue – l’utile netto reale si attesta a 70 milioni. In negativo pesa invece la consistente svalutazione della partecipazione politica detenuta nel gruppo bancario Intesa”.
Alla luce dei risultati la Fabi “nutre ancora fiducia e considerazione verso i vertici dell’istituto”, ma sottolinea che “senza il contributo di tutti i dipendenti, valorizzandone il ruolo di ciascuno, difficilmente potranno essere raggiunti risultati soddisfacenti”. Sileoni, infine, mette in guardia contro le “pressioni commerciali sempre più insistenti”, in alcuni casi esercitate da “personaggi scelti come capi-area con il solo fine di raggiungere i risultati sperati”. Si tratta, a suo avviso, di “atteggiamenti ci preoccupano e non esiteremo a denunciare”. (LF)
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