Che fine ha fatto monsignor Carlo Maria Viganò? Per soddisfare questa bizzarra, e forse malsana, curiosità basta fare una rapida ricerca su Internet. Eccolo apparire, con austero abito talare e grosso crocefisso d’argento, in un video recente, un paio di settimane fa, nel quale chiede contributi per l’associazione “Exurge Domine”, che ha come scopo sociale: “Provvedere all’assistenza, al sostegno e all’aiuto materiale di chierici, religiosi e laici consacrati che versino in condizioni di particolare difficoltà economiche e logistiche; difendere la Tradizione immutata e incorruttibile della Fede Cattolica; conservare e promuovere la liturgia tradizionale; incentivare lo studio e l’approfondimento teologico e culturale dell’immenso patrimonio religioso, storico e artistico della Cristianità; favorire occasioni di dialogo e di incontro tra le diverse associazioni, esperienze o gruppi operanti nell’ambito della Tradizione perenne della Chiesa cattolica”.
Questi interventi, viene spiegato, sono necessari perché oggi, anche se in forma meno cruenta di una volta, quando “i sacerdoti dovevano nascondersi per evitare la prigione o la condanna a morte”, è di nuovo tempo di “persecuzioni”. “A compierle non sono i luterani o gli sgherri di Oliviero Cromwell, ma cardinali, vescovi e prelati della setta conciliare, infiltrati in Vaticano e ben determinati a cancellare ogni traccia della vecchia religione e della vecchia messa che hanno sostituito con la religione dell’ecologia, dell’accoglienza, dell’inclusività, del nuovo ordine mondiale. L’ apostasia che stiamo vivendo non è molto diversa da quella dei vescovi che giurarono fedeltà Enrico VIII pur di non perdere rendite e benefici: la differenza è che oggi l’atto di obbedienza è richiesto verso Bergoglio, il Concilio vaticano II, il novus ordo, la chiesa sinodale, la pachamama (la grande madre terra venerata dagli indios, ndr). Chi non cede, chi rimane fedele al sacerdozio o ai voti religiosi viene ostracizzato, deriso, diffamato, perseguitato e soprattutto privato del ministero, di una dimora, e dei mezzi di sostentamento. Senza pietà, senza carità, senza umanità”.
Ecco la necessità dell’associazione, che prende il nome dalla bolla emessa da papa Leone X per confutare le tesi di Martin Lutero, quella che comincia con l’invocazione “Sorgi, Signore…Un cinghiale devasta la tua vigna”. In questo caso, la bestia demoniaca è Francesco. Vogliamo unirci, precisa l’ex nunzio negli Stati Uniti, “ai nostri fratelli delle epoche passate, ai fedeli che davano ospitalità al monaco ricercato dai soldati di Elisabetta I, un pasto caldo alla suora senza più convento nella Francia rivoluzionaria, un nascondiglio al sacerdote messicano inseguito dai soldati del governo massone”.
E, come se non fosse già abbastanza chiaro, aggiunge: “La chiesa sta attraversando una gravissima crisi, speculare a quella dei governi civili. Chi ricopre ruoli di potere si è mostrato nemico dell’istituzione che sovrintende e delle persone su cui esercita la propria autorità. Questa azione eversiva porta chi non è disposto ad accettare il tradimento a essere fatto oggetto di persecuzione: come i medici che hanno scelto di curare i pazienti durante la pandemia sono stati radiati dall’Ordine e privati del loro stipendio, così i sacerdoti e religiosi che non si adeguano alla rivoluzione bergogliana vengono rimossi dalle chiese, cacciati dai conventi e lasciati senza mezzi di sussistenza”.
Defende Ecclesiam tuam. Questo l’appello ai fedeli. Seguono coordinate bancarie per chi intende fornire il proprio contributo finanziario. Presidente dell’associazione è il conte Giuseppe Vannicelli Casoni, imprenditore agricolo, “da sempre impegnato a sostenere le diverse istituzioni cattoliche tradizionali in Italia”. Viganò, “unica voce libera nella Chiesa”, viene onorato come “patrono”.
Lui insiste contro l’usurpatore, “un tiranno che occupa la sede di Pietro”, “un’autorità corrotta nella fede e pervertita nella morale” e chiama alla lotta, “un’opera di resistenza”, per sventare “i piani infernali” in queste “ore di tenebre e di confusione”.
Massimo Franco ha ricordato sul Corriere della Sera quanto pesi il fronte dei cardinali conservatori. Monsignor Viganò ha già deciso di passare all’azione.
Jorge Mario Bergoglio, nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, non sta bene. È il 266° vicario di Cristo. Quando tornerà dal suo datore di lavoro, gli auguriamo di cuore il più tardi possibile, la lotta per la successione avrà connotati di forte contrasto. Al limite di uno scisma.
Marco Cianca