“Lo stabilimento Arcelor Mittal di Genova ha bisogno di un piano specifico come quello di Taranto.
Non si può parlare solo di Taranto”. Lo afferma il segretario della Fiom Cgil di Genova, Bruno Manganaro, che oggi, insieme ai segretari genovesi della Uilm e della Fim Cisl, ha convocato una conferenza stampa per chiedere chiarezza in merito alle strategie che il governo intende mettere in campo per lo stabilimento ex Ilva di Genova nell’ambito della trattativa con Arcelor Mittal.
“A Genova – sottolinea Manganaro – c’è la necessità di rilanciare la banda stagnata e di fare le manutenzioni necessarie. Servirebbe un investimento da 200 milioni di euro. Il mercato dell’acciaio è ripartito e il suo prezzo vola, in questi mesi è triplicato, quindi produrre acciaio dovrebbe essere interesse delle aziende, invece Mittal tiene fermi gli impianti e si parla solo di cassa integrazione”.
“Il messaggio che mandiamo al governo – spiega il segretario genovese della Fiom – è chiaro: ci vuole un progetto per rilanciare la siderurgia, ci vuole per Taranto ma anche per Genova e ci vogliono investimenti. Se nelle prossime settimane Genova verrà lasciata in una situazione di incertezza – annuncia Manganaro – faremo sentire la nostra voce tornando in piazza per difendere questo stabilimento e un accordo di programma che per noi è ancora valido”.
“Genova – aggiunge il segretario genovese della Uilm, Antonio Apa – può diventare un grande centro di eccellenza ma servono risorse per aumentare l’efficienza degli impianti e soprattutto per implementare la banda stagnata. Su questo – conclude – daremo battaglia perché è chiaro che senza risorse verrebbe messa in discussione la siderurgia in Italia e noi assolutamente dobbiamo evitarlo”.
TN