La sentenza del Tribunale di Milano sull’ex Ilva ha avuto come conseguenza quella “di aver portato l’azienda in una profonda incertezza”. Lo ha detto l’ad di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, in audizione al Senato, spiegando che la sentenza ha eliminato la possibilità di adottare misure intermedie e quindi “getta una grande incertezza sulle misure che l’azienda sta adottando e sul piano di risanamento”.
Inoltre, per Morselli Acciaierie d’Italia “non è in una situazione drammatica”, aggiungendo che “quello che è drammatico è l’assenza di capitale di funzionamento” ovvero l’accesso alle linee di credito per i finanziamenti. “L’azienda è ancora viva – ha aggiunto – ancora produce e continua ancora a pagare regolarmente gli stipendi”.
“So che i soci stanno lavorando per trovare una soluzione. Il problema non è ArcelorMittal, ma il problema è capire cosa si vuole fare di questa azienda. La soluzione non passa mai attraverso i decreti – ha aggiunto -, ma passa attraverso la volontà di proteggere le aziende e le persone che ci lavorano”.
Il debito di Acciaierie d’Italia è “un po’ meno di 700 milioni”, ha specificato riferendosi ai 3,1 miliardi circolati sulla stampa. “Soltanto il 18% di questi 3 miliardi – ha aggiunto – è debito scaduto, una cifra davvero modesta”.
Per quanto riguarda il Piano industriale di Acciaierie d’Italia, per Morselli “è molto forte perché ha avuto l’approvazione di entrambi i soci, di Invitalia e di Arcelor”, aggiungendo che sono mancati i 320 milioni come da richiesta di Piano, oltre ai 350 milioni di mancato tax credit. “Senza soldi – ha precisato – non si produce acciaio.”
Parlando dell’amministrazione straordinaria, per Morselli “questo strumento di crisi è l’ultimo di quelli che si debbano adottare perché porta molto shock sul mercato, soprattutto su quello dei fornitori: i debiti dei fornitori vengono tutti cancellati, mentre molti dei crediti dei dipendenti saranno difficili da recuperare. E poi – ha spiegato – i clienti che si chiedono che cosa ne sarà di questa azienda. La precedente amministrazione straordinaria era proprietaria, questa azienda non ha attivi”.
Rispondendo a una domanda sul bilancio dell’azienda nel 2023, Morselli ha specificato che è “un risultato che praticamente è impossibile adesso da stimare fino a quando non abbiamo la continuità aziendale e adesso non c’è perché abbiamo un contratto di affitto (degli impianti ndr.) che scade al 31 marzo. Senza continuità l’azienda va in liquidazione. Se l’azienda non comprerà entro i tempi previsti sarà un bilancio di liquidazione”.
Inoltre, Morselli ha aggiunto che “ArcelorMittal ha vinto perché ha fatto offerta strepitosa. Io escludo che un’azienda possa fare un’offerta così strepitosa solo per chiudere un acciaieria – ha concluso -. Se vuole chiuderla ci vuole un pomeriggio perché è il più grande produttore di acciaio al mondo. Non c’è bisogno di spendere 2 miliardi”.
E.G.