“Un incontro molto utile” che segna “un cambio di rotta sul piano delle relazioni sindacali”. È questo, in sintesi, il giudizio espresso rispettivamente dal segretario nazionale della Fim-Cisl, Valerio D’Alò, e dal coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil, Loris Scarpa, al termine dell’incontro sull’ex Ilva tra i rappresentanti di Acciaierie D’Italia e le Organizzazioni Sindacali in cui è stato illustrato il piano di ripartenza. Che non è un piano industriale, precisa Scarpa riferendo quanto illustrato da AdI.
Durante l’incontro, spiega D’Alò, “l’azienda ha sottolineato il pessimo stato degli impianti che necessitano di importanti interventi manutentivi, in particolare per l’area a caldo di Taranto. Sui 330mln previsti, infatti, 280 sono destinati a Taranto e 50 agli altri siti del gruppo. 230 mln sono destinati a interventi “urgenti” che potranno recuperare i deficit in materia di sicurezza degli impianti e miglioramento delle condizioni dei lavoratori. Fino ad agosto di quest’anno l’impianto marcerà con un solo altoforno (Afo4) per poi vedere, a settembre, la ripartenza di Afo2”.
Nonostante questo, aggiunge Scarpa, “il 2024 sarà l’anno della minore produzione di acciaio. La discussione non è entrata nel merito di cosa succederà nel 2025, né dei possibili acquirenti e non si è parlato neanche delle ulteriori risorse per la decarbonizzazione. Questo è un punto che il Governo dovrà chiarire”. C’è stata condivisione sul tema della salute e della sicurezza negli stabilimenti e nell’indotto e “questa dovrà essere la priorità con la messa in funzione degli impianti”.
Il piano di ripartenza e di manutenzioni è stato illustrato per ogni singolo impianto, ma sarà affrontato nel dettaglio nel corso degli incontri a venire con le RSU dei singoli siti.
“Abbiamo apprezzato l’approccio molto pragmatico dei responsabili aziendali e abbiamo potuto finalmente discutere in materia concreta anche di alcune nostre proposte o ricevere chiarimenti su cose che da tempo denunciamo”, commenta ancora D’Alò, che giudica l’incontro “positivo nel metodo e nel merito di cui si è discusso. Ora sarà necessario monitorare il cronoprogramma degli interventi illustrati, con incontri mirati, anche sito per sito, con le strutture nazionali e le RSU”.
Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, prosegue il segretario nazionale della Fim-Cisl, “abbiamo richiesto che, nella discussione che avvieremo nelle prossime settimane, fondamentale sia il rispetto dei criteri di rotazione e integrazione al reddito, oltre che un utilizzo “legale” della Cigs e un piano di formazione che esuli dai bandi regionali che negli anni passati sono stati fallimentari, puntando invece su piani formativi mirati, dando priorità ai lavoratori in AS qualora dovessero nascere nuove opportunità da cogliere”.
“Se il cambio di passo cui la gestione Commissariale si accinge sarà rispettosa della dignità del lavoro e dei lavoratori, siamo convinti di poter affrontare tematiche complesse come quelle del rilancio di un colosso lasciato in stallo per troppo tempo e che adesso deve vedere il suo rilancio”.
e.m.