Si mena scandalo per il “voltafaccia” dei governanti pentastellati a proposito del via libera alle trivelle nel mare Adriatico. Penso che sia giusto parlare di ravvedimento come del resto è avvenuto per Ilva, Tap e, mi auguro, avverrà per l’Alta Velocità Torino-Lione e le altre opere piccole e grandi necessarie allo sviluppo e ammodernamento del paese. E con i termovalorizzatori.
Se poi si mascherano dietro a presunte impossibilità di modificare o revocare quanto istruito dai governanti di prima conviene che si lasci correre e che ci interessi il risultato. A meno che non si pensi che erano nel giusto prima.
La mia opinione è che sbagliavano prima. Che se abbiamo gas e petrolio sotto i piedi o nei nostri mari conviene andarlo a prendere piuttosto che seguitare con l’attuale dipendenza e che sia un bene diversificare al massimo le fonti di approvvigionamento di energia.
Ci sono rischi di sporcare? Ma certamente. Figuriamoci che la centrale Enel di Civitavecchia funziona a carbone che importiamo. E anche in questi giorni tutti in quel sito sbandierano la vittoria per aver confermato 300 posti di lavoro di addetti allo scarico della materia prima. Del resto il petrolio che importiamo cos’è pulito?
Possiamo scommettere che siamo all’avanguardia delle tecnologie che possono contenere al minimo i rischi e che soltanto lavorando si possono migliorare ulteriormente.
Del resto chi è che può oggi parlare di fusione nucleare se non coloro che hanno lavorato con le vecchie tecnologie che in Italia abbiamo rifiutato?
Aldo Amoretti