“Ormai periodicamente registriamo drammatiche stragi sul lavoro e sempre in siti gestiti da grandi imprese, dove spesso si intrecciano ditte esterne, appalti, subappalti e sono resi poco trasparenti i confini delle responsabilità, a partire dall`impresa committente”. Così in una nota il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in merito all`esplosione avvenuta ieri al deposito Eni di Calenzano, in provincia di Firenze, che ha causato la morte di cinque lavoratori e ventisei feriti.
Per Landini “è l`ennesima strage che dimostra, qualora ce ne fosse bisogno, che questo sistema di impresa è fondato sull`insicurezza, sulla mancanza effettiva di procedure in grado di garantire la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori. Tutto ciò è reso ancora più inaccettabile nell`epoca dei sistemi di controllo digitale, dell`innovazione tecnologica, che se utilizzati garantirebbero la prevenzione nei luoghi di lavoro. Ma è la logica del risparmio, e quindi del profitto, ad avere la meglio sulla vita dei lavoratori. Se a ciò aggiungiamo anche la logica burocratica con cui il Governo interviene su questi temi, le lacrime del giorno dopo sono insopportabili”.
La Cgil esprime “cordoglio” a tutti i familiari degli operai coinvolti, sostiene le iniziative di sciopero e mobilitazione proclamate in queste ore e invita tutti a dire “basta morti sul lavoro”, partecipando alla manifestazione di domani a Calenzano, alle 14.30, proclamata da Cgil Firenze, Cisl Firenze Prato e Uil di Firenze in occasione dello sciopero provinciale”.