Il voto di Pomigliano, con il “sorprendente” risultato dei no (quasi il 40%) “dà torto alla prima dichiarazione del ministro Sacconi che ha puntato a fare di questa intesa un esempio di nuove relazioni e di attacco ai diritti’. E’ quanto sostiene stamattina in due interviste a Repubblica e alla Stampa il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani.
Per Epifani ora ci sono due ipotesi percorribili: “La prima è che l’azienda vada avanti con i suoi piani. C’è tutto il tempo da qui a quando parte l’investimento per riprendere in mano quei due o tre punti più controversi dell’accordo e provare a condividerli con tutti, compresa la Fiom”. Questo perché, afferma ancora il segretario, “se la Fiat taglia fuori la Fiom rischia di infilarsi in una situazione molto più complicata di quanto immagina”. E poi occorre tenere conto che la Fiom a Melfi “è tornata ad essere il primo sindacato”.
L’altra strada è quella di “blindare gli accordi senza la Fiom partendo da Pomigliano per estenderli poi ad altri stabilimenti. Ma credo che creerebbe non pochi problemi: sarebbe una strada del tutto illogica, per tutti”.
Epifani, infine, critica il governo che “non ha uno straccio di idea di politica industriale e anziché unire, ha giocato un ruolo negativo con il ministro del Lavoro che, ideologizzando la vertenza, ha puntato alle divisioni”. (FRN)
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