Bloccare la cessione della chimica di Eni, favorendo un intervento della Cassa Depositi e Presiti “prima che sia troppo tardi”. E’ quanto chiedono i sindacati di categoria Filctem, Femca, Uiltec in una lettera inviata al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi.
Nella missiva i sindacati chiedono un incontro urgente al governo e confermao lo sciopero del 19 febbraio e la manifestazione nazionale convocata per lo stesso giorno a Roma.
“La nostra preoccupazione – scrivono – unitamente a quella di numerose Regioni e Comuni interessati dagli stabilimenti Eni, parlamentari, è ormai nota: l’Italia rischia di perdere una importante filiera industriale e l’Eni la sua caratteristica di azienda di sistema che ha sempre garantito e garantisce l’insieme del ciclo produttivo, dall’estrazione al consumo. La strategia di Eni, tutta incentrata fuori dall’Italia, non ci convince affatto soprattutto perché si ridimensionano pesantemente le attività industriali nel nostro Paese”.
Secondo i sindacati “la chimica dell’Eni, vera e propria dorsale del sistema industriale italiano, non può essere dismessa né venduta a chicchessia: deve rimanere italiana, per il bene del paese. Per questo insistiamo nella nostra proposta di intervento del Fondo strategico della Cassa Depositi e Prestiti, prima che sia troppo tardi. Vi chiediamo dunque, di convocare un incontro urgente al fine di poter esprimere fino in fondo le nostre ragioni”.