Una lotta costata tre scioperi, quattro manifestazioni nazionali, decine di incontri nei territori, ma alla fine della quale possiamo tutti tirare un sospiro di sollievo. Perché i sindacati sin da subito avevano manifestato la loro contrarietà alla cessione di Versalis. E questo non per un atteggiamento contrarietà generica a Joint ventures, come più volte espresso nei numerosi comizi, dichiarazioni, interviste e articoli di questi sette mesi trascorsi, ma proprio perché si è sempre ritenuto che questo determinato fondo, SK Capital, non fosse affidabile e non avesse le caratteristiche per assumere un ruolo così importante come quello di possedere e guidare la chimica italiana.
E chi ha pensato che la nostra mobilitazione fosse volta unicamente a intralciare o bloccare l’esito positivo della trattativa oggi deve fare una importante riflessione: riteniamo che il nostro paese possa uscire dalla crisi solo se salverà la sua industria, la sua manifattura, la sua capacità di fare produzione, di trasformare prodotti, di fare chimica, raffinazione, costruzione di impianti e quant’altro. E a chi ha contestato la nostra lotta, quasi fosse un abuso di ruolo sindacale, va risposto che quando si tratta del destino di un’impresa che svolge un compito essenziale per garantire occupazione, lavoro qualificato, ricerca in un Paese povero di questa risorsa, decisiva per restare con possibilità di successo nell’industria che conta, sostenibilità dei processi industriali con l’ambiente, il Sindacato non può che diventare un presidio intransigente della conservazione di queste potenzialità nell’industria nazionale.
Oggi la decisione di Eni di interrompere la trattativa per impossibilità di accordo su punti negoziali pesanti, rappresenta anche un importante riconoscimento della validità delle lotte dei lavoratori e dell’impegno sindacale per la salvaguardia del ruolo industriale di Versalis e del patrimonio produttivo e occupazionale di questa realtà strategica per la nostra economia. Ora è necessario proseguire il confronto per verificare tutte le opportunità di sviluppo della chimica italiana insieme ai piani di investimento e di innovazione.