I lavoratori precoci potranno andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica senza avere penalizzazioni. Lo prevede un emendamento dei relatori al decreto Milleproroghe, presentato alle commissioni Bilancio e affari costituzionali della Camera.
Il testo prevede che le penalità non sono applicate se l’anzianità contributiva derivi da prestazione effettiva di lavoro, includendo solo i periodi di astensione obbligatoria (maternità e militare). Una situazione questa tipica di chi comincia a lavorare molto presto (16-18 anni), specie nel mondo del lavoro manuale. I benefici non scattano invece se nell’anzianità contributiva sono computati gli anni riscattati della laurea.
Nel decreto è contenuto anche un emendamento che dice che “i lavoratori che hanno accettato di lasciare un’azienda in crisi con la prospettiva di andare in pensione entro i successivi due anni, e che dopo la riforma della previdenza vedono svanire questa prospettiva, potranno invece accedere al trattamento pensionistico”. Questi lavoratori, cosiddetti “esodati, che hanno risolto il proprio rapporto in base ad accordi individuali devono dimostrare che la data di dimissioni risulti da elementi certi ed oggettivi che saranno indicati in un apposito decreto ministeriale”. Per accedere alla pensione inoltre dovrà avere i requisiti anagrafici e contributivi che “in base alla previgente disciplina pensionistica, avrebbero comportato il conseguimento del trattamento entro un periodo non superiore di 24 mesi”. (LF)