L’economia italiana continua a crescere. La seconda stima dei conti economici trimestrali ha confermato un aumento congiunturale dello 0,3% (+0,7% in termini tendenziali) nel periodo gennaio-marzo. La crescita acquisita per il 2024 è pari allo 0,6%. E’ quanto rileva l’Istat nella nota sull’andamento dell’economia italiana.
L’espansione, rileva l’Istat, è stata sostenuta dai consumi delle famiglie e delle Isp e dagli investimenti, che hanno fornito rispettivamente un contributo positivo di 0,2 e 0,1 punti percentuali, mentre nullo è risultato il contributo della spesa delle amministrazioni pubbliche. Molto positivo è stato l’apporto della domanda estera netta (per 0,7 punti percentuali), determinato tuttavia da una decisa riduzione delle importazioni (-1,7%) e da una moderata espansione delle esportazioni di beni e servizi (+0,6%); negativo, invece, il contributo delle scorte (-0,7 punti percentuali).
A maggio, l’indice destagionalizzato della produzione industriale ha registrato un aumento su base congiunturale (+0,5%), interrompendo la fase di calo dei precedenti due mesi, grazie a una crescita robusta nel settore dell’energia (+3,0%), più contenuta e di uguale entità per i beni di consumo e intermedi (+0,7% per entrambi) e di un calo del raggruppamento dei beni strumentali (-1,0%).
Nella media marzo-maggio, tuttavia, l’indice della produzione è diminuito dell’1,6% rispetto ai tre mesi precedenti. Il calo è stato diffuso a tutti i principali raggruppamenti di industrie, ad eccezione del settore dell’energia (+0,1%), ed è risultato molto marcato per i beni strumentali (-3,2%). Torna a crescere la produzione nelle costruzioni. Ad aprile, la produzione nelle costruzioni ha registrato, dopo due mesi di flessione, un incremento rispetto a marzo: l’indice destagionalizzato è aumentato in termini congiunturali del 2,3%. Nella media febbraio-aprile, la produzione nelle costruzioni è diminuita dell’1,2% rispetto al trimestre precedente.
Nel periodo gennaio-marzo l’indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) acquistate dalle famiglie, per fini abitativi o per investimento, ha segnato per il terzo trimestre consecutivo una sostanziale stabilità (-0,1% su base congiunturale, dopo la stazionarietà e il +0,1% dei due trimestri precedenti) a seguito di un robusto calo dei prezzi delle abitazioni nuove (-1,7%) e di un lieve aumento di quelli delle abitazioni esistenti (+0,2%).
Dopo la flessione di marzo, ad aprile il settore dei servizi ha mostrato un aumento congiunturale del 2,2% dell’indice destagionalizzato in volume. Nel trimestre febbraio-aprile, la crescita media del settore rispetto ai tre mesi precedenti (novembre 2023-gennaio 2024) si è attestata allo 0,6%.
Tra i settori che hanno registrato l’andamento migliore vi sono le attività immobiliari (+2,1%), i servizi di informazione e comunicazione (+1,8%) e il trasporto e magazzinaggio (+1,1%).
Nel primo trimestre del 2024, il tasso di investimento delle società non finanziarie è aumentato dopo il rallentamento dei tre mesi precedenti, attestandosi al 20,5% (+0,4 punti percentuali rispetto al periodo precedente), grazie alla stabilità del valore aggiunto e all’incremento degli investimenti fissi lordi (+1,7%).
Nello stesso periodo, la quota di profitto delle società non finanziarie ha registrato, invece, la quinta flessione consecutiva, che segue il picco osservato nell’ultimo trimestre del 2022.
Quanto all’inflazione, in Italia ha continuato a collocarsi ai livelli più bassi tra i paesi dell’area euro. L’indice dei prezzi al consumo armonizzato (Ipca) nei primi sei mesi del 2024 è cresciuto dello 0,9% in termini tendenziali: 1,6 punti percentuali al di sotto della media dell’area dell’euro.
A giugno è peggiorata per il terzo mese consecutivo la fiducia delle imprese, a fronte di un miglioramento di quella dei consumatori che è stato diffuso a tutte le componenti dell’indice.
A maggio in Italia l’indice destagionalizzato della produzione industriale ha registrato un incremento su base congiunturale, interrompendo la fase di calo dei precedenti due mesi. Sebbene, tra febbraio e aprile, gli scambi di beni in valore siano cresciuti rispetto ai tre mesi precedenti nel confronto tendenziale la dinamica è rimasta debole, rileva l’Istat.
Sul fronte lavoro, invece, nonostante il marginale calo degli occupati di maggio, tra marzo e maggio si è registrato un aumento del livello di occupazione pari allo 0,6% diffuso tra i dipendenti permanenti, gli autonomi, entrambi i generi e in tutte le classi d’età ad eccezione dei 25-34enni.
A maggio si è registrata una marginale diminuzione dell’occupazione (-17mila unità), con il numero di occupati che scende a 23milioni 954mila unità. La diminuzione ha coinvolto i soli uomini, gli individui tra i 15 e i 24 anni e i maggiori di 50 anni. Per posizione professionale, l’occupazione è calata tra i dipendenti a termine e tra gli autonomi, mentre è cresciuta tra i dipendenti permanenti. Il tasso di occupazione (62,2%) è in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto ad aprile. La disoccupazione è rimasta invariata rispetto al mese precedente per effetto di un aumento di quella maschile e di un calo equivalente di quella femminile. Le persone in cerca di occupazione sono aumentate prevalentemente tra i 25-34 anni e diminuite in particolare tra i 35-49enni.
Il tasso di disoccupazione totale si è confermato in maggio al 6,8% mentre quello giovanile, così come il tasso di inattività, è aumentato di un decimo di punto rispetto al mese precedente (rispettivamente al 20,5% e al 33,1%). Su base trimestrale (marzo-maggio 2024 rispetto a dicembre 2023-febbraio 2024), si è registrato invece un aumento del livello di occupazione pari allo 0,6% per un totale di 148mila occupati, diffuso tra entrambi i generi, tra i dipendenti permanenti, gli autonomi e in tutte le classi d’età a eccezione dei 25-34enni.
La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-4,4%, pari a -81 mila unità) e all’aumento degli inattivi (+0,1% pari a +18 mila unità). Nel confronto tendenziale gli occupati sono 462mila in più (+2,0%), con il tasso di occupazione in crescita di 0,9 punti rispetto a maggio 2023. Il numero di disoccupati in un anno è diminuito di 224 mila unità, pari all’11,3%. Nel confronto con il periodo marzo-maggio 2023, il tasso di disoccupazione totale è calato di 1,0 punto e di 3,2 punti tra i giovani. Diminuiscono sull’anno anche il numero di inattivi (-0,8% pari a -102 mila unità) e il tasso di inattività (-0,3 punti).