Il Pil mensile, a marzo, potrebbe registrare un +0,7% tendenziale dopo due moderati aumenti a gennaio e febbraio (+0,3% e +0,1%). La crescita del primo trimestre sarebbe allo 0,4% rispetto all`analogo trimestre del 2024. Pertanto, “in questo scenario, che non potrà avvalersi di correzioni statistiche favorevoli come lo scorso anno, la crescita a 0,8% nel complesso del 2025 richiede un`accelerazione. Possibile ma, ancora una volta, tutta da realizzare”. È la fotografia scattata dall’Ufficio Studi di Confcommercio nella consueta Congiuntura mensile.
Potrebbe essere necessario, in questo contesto, “un impulso esterno favorevole, come la rimessa al centro del dibattito politico-mediatico degli ulteriori passi della riforma fiscale nella direzione di una riduzione delle aliquote legali per il ceto produttivo. Questione che assume spessore anche alla luce delle dinamiche crescenti della pressione fiscale che ha raggiunto il 42,6% nella media dello scorso anno”.
Buone nuove sul fronte dell`inflazione. La previsione di Confcommercio per febbraio si posizionava al 2%, contro un dato effettivo di 1,6%, e la stima è in rialzo marginale a marzo (1,7%).
Il tema degli eccessivi costi dell`energia è centrale, ma “non si intravedono soluzioni facili a breve termine. L`Italia, sebbene meno che in passato, resta ampiamente soggetta a impulsi esogeni provenienti dall`estero, con ridotta capacità di mitigazione nel breve termine”, conclude l’associazione.