Procede, sia pure con lentezza, e non senza difficoltà, la trattativa fra Finmeccanica e i sindacati dei metalmeccanici. Il negoziato, iniziato a Roma il 17 settembre, è infatti più complesso del normale rinnovo di un accordo integrativo di secondo livello. A monte della trattativa c’è la decisione, sostenuta con vigore dal nuovo amministratore delegato, Mauro Moretti, di trasformare radicalmente l’assetto di Finmeccanica. Non più una holding proprietaria di un gruppo di imprese attive in diversi campi dell’industria metalmeccanica, ma l’assunzione del modello One Company. In pratica, dopo aver completato la cessione di AnsaldoBreda e Ansaldo Sts, cioè delle imprese impegnate nella produzione di treni e sistemi di segnalamento ferroviario, il management, seguendo le linee del piano industriale elaborato per gli anni 2015-2019, lavora adesso alla costruzione di un’unica grande impresa concentrata su aerospazio, difesa e sicurezza.
Corollario di questa scelta strategica, è la volontà, espressa da Finmeccanica, di armonizzare i trattamenti sindacali dei circa 27.000 dipendenti attualmente in forza alle diverse aziende destinate alla fusione, e di creare regole uniformi per i futuri nuovi assunti. Un’opera non semplice, perché, ovviamente, aziende come AgustaWestland, Alenia Aermacchi, Selex ES e Oto Melara costituiscono realtà relativamente differenziate non solo sul piano industriale, ma anche sul piano sindacale. E ciò, ancora, non solo perché produrre elicotteri è cosa diversa dal produrre apparecchiature di elettronica per la difesa e la sicurezza, ma anche perché le singole imprese che dovranno fondersi, dal 1° gennaio 2016, nella nuova Finmeccanica, sono a loro volta il risultato di precedenti fusioni, scorpori e accorpamenti, succedutisi nel corso delle diverse storie aziendali.
Inevitabilmente, da questa pluralità di vicende industriali è derivata un’accordistica sindacale piuttosto variegata. Diverse le strutture delle buste paga, diversi i sistemi di orario, diverse le normative specifiche.
A inizio trattativa, Finmeccanica ha posto sul tavolo la proposta di articolare la discussione su nove capitoli: orario, premio di risultato, struttura retributiva, relazioni industriali, trasferte, trasferimenti collettivi di sede, assistenza sanitaria integrativa, welfare aziendale e formazione professionale.
Accantonato a metà novembre il difficile capitolo relativo al futuro premio di risultato, la novità di ieri è che, al termine di un confronto specifico iniziato martedì 24, è stato definito il testo relativo al terzo punto, ovvero alla struttura delle buste paga. Un problema che, nel gergo sindacale di Finmeccanica, viene chiamato “cedolino unico”. In pratica, a causa dei motivi sopra richiamati, ognuna delle diverse aziende del gruppo Finmeccanica ha avuto fin qui delle buste paga composte sulla base di voci differenti. Lo scopo del negoziato, era quindi quello di uniformare la struttura di queste stesse buste paga, costruendo un elenco di voci retributive sostanzialmente omogeneo. Un obiettivo non facile da raggiungere, anche perché i sindacati hanno subito chiarito che volevano assolutamente evitare che i lavoratori attualmente in forza alle varie aziende venissero a trovarsi, a fine trattativa, di fronte a buste paga decurtate in termini monetari.
Il primo ad annunciare il raggiungimento del risultato negoziale è stato Giovanni Contento, segretario nazionale della Uilm. “Dopo tre giorni di confronto – ha dichiarato Contento – è stata raggiunta l’intesa sulla nuova struttura retributiva per Finmeccanica”. Struttura che dovrebbe diventare efficace “a partire dal 1° gennaio 2016”. L’intesa, ha poi precisato Contento, “prevede un unico cedolino retributivo per tutti i dipendenti del Gruppo”. “Si tratta di un’armonizzazione – ha proseguito il sindacalista – che non avrà ricadute economiche negative su quanto oggi percepito dai lavoratori nelle attuali Società.” In pratica, i superminimi individuali rimarranno invariati nelle loro quantità attuali, anche se voci retributive, attualmente diversificate, saranno raggruppate secondo un unico schema nelle future buste paga. D’altra parte, l’intesa determina un super minimo collettivo per i futuri neo assunti, non assorbibile da altri eventuali aumenti retributivi.
Contento ha anche sottolineato che “l’intesa raggiunta avrà comunque operatività e validità” solo “dopo la conclusione del confronto sul contratto integrativo di Finmeccanica, con l’attuazione dell’accordo complessivo”. In pratica, ieri le parti hanno siglato un testo che avrà valore di accordo quando l’intero negoziato sarà concluso e sarà stato sottoposto all’approvazione dei lavoratori. Lo stesso vale per il testo già in precedenza definito in relazione al primo capitolo della trattativa, quello sull’orario di lavoro.
Ricapitolando, a ieri si può dire che un po’ di strada è stata fatta, nel negoziato Finmeccanica, ma che ancora molta ne rimane da fare. Oltre a quello sul nuovo premio di risultato, ci sono altri sei capitoli ancora aperti e, in gran parte, insondati. Sarà quindi fitto il calendario degli incontri da svolgere in dicembre, visto che, secondo l’azienda, il negoziato dovrebbe concludersi entro la fine del prossimo mese. Una fonte interna alla trattativa ha dichiarato al Diario del lavoro che sono già stati fissati due nuovi appuntamenti, sempre presso la sede nazionale di Confindustria. Il primo, per le giornate del 2 e del 3 dicembre. Il secondo, per mercoledì 9 e giovedì 10 dello stesso mese.
@Fernando_Liuzzi