È nato Fontemp, il primo fondo pensioni per i lavoratori in somministrazione. Questa mattina l’iniziativa è stata presentata a Roma nella sede del parlamento Europeo. Il fondo si rivolge ai lavoratori in sommistrazione a tempo determinato e indeterminato ed è stato istituito sulla base di un accordo sottoscritto tra Assolavoro e Felsa Cisl, Nidil Cgil e Uiltem.p.
Il fondo permette ai lavoratori in somministrazione di non maturare vuoti contributivi e allineare le proprie opportunità previdenziali rispetto a quelle offerte da altre tipologie di rapporto perché il Tfr versato alla previdenza integrativa viene sottoposto al momento della liquidazione a una tassazione massima del 15%, mentre quello liquidato dal datore di lavoro viene tassato al 23%. I contributi versati al fondo pensione vengono dedotti dalla base imponibile. Solo iscrivendosi a Fontemp si ha diritto a ricevere il contributo dell’ente bilaterale o del datore di lavoro. Aderire a Fontemp non comporta oneri aggiuntivi per il lavoratore. Infatti le quote associative sono trattenute direttamente sulla contribuzione versata al fondo che nel periodo di vigenza contrattuale è interamente finanziato dalla bilateralità.
All’incontro a Roma il presidente del fondo, Enzo Mattina, ha detto che”la nascita di Fontemp ha messo un volano ai due enti bilaterali perché ogni anno verrà investita una risorsa di poco conto”. Si tratta, ha proseguito”, di un esempio unico non solamente in Italia, ma anche in Europa”. Mattina, ha quindi detto di aver scelto come sede della conferenza stampa la rappresentanza del parlamento europeo proprio nella speranza di far circolare il più possibile le notizie sulla nascita del fondo in Italia, come in Europa. Il presidente ha aggiunto che gli investimenti saranno fatti con grande cautela e con una serie di garanzie nei confronti dei lavoratori. Ora, ha concluso il suo intervento, “l’importante sarà promuovere con tutte le forze il fondo”.
La mancanza di consapevolezza tra i giovani su quello che sta accadendo in termini di copertura previdenziale è stata al centro dell’intervento del direttore generale di Covip, Raffaele Capuano. Per il direttore “le parti sociali hanno dimostrato molta sensibilità e la somma messa ha disposizione non è poca cosa, ma resta il problema di raccogliere le adesioni”. Infatti, ha aggiunto, “solamente una massa critica importante può permettere di raggiungere un economia di scala che permetta di tenere bassi i costi”. “Covip – ha proseguito – ha collaborato all’avvio di questa iniziativa e ha fatto un lavoro di sostegno. Allo stesso tempo però svolgiamo anche il nostro ruolo di controllori. Ruolo che svolgiamo proprio nell’interesse degli iscritti. La gestione di un fondo è molto complessa e chi la fa deve avere una profonda conoscenza del settore”.
Dorina Silvestrini della Uiltem.p. ha sottolineato come il suo sindacato creda molto nel fondo che è a carico degli enti bilaterali. Faremo di tutto, ha detto, “per spingere i lavoratori a iscriversi”.
Andrea Borghesi, della Nidil Cgil, ha messo in luce tre aspetti del fondo che lo rendono molto interessante. Il primo è che rappresenta un sistema solidaristico, infatti la soglia del versamento delle agenzie è del 4%. Il secondo punto è che il fondo è controllato dalla Covip e questo rende molto improbabile che possano accadere in Italia speculazioni simile a quelle avvenute in altri paesi. Il terzo è che la previdenza integrativa si affianca a quella statale, ma non le toglie importanza.
“La capacità di far iscrivere i lavoratori dipenderà dalla capacità dei sindacati di essere incidenti”. Questa l’opinione di Ivan Guizzardi della Felsa Cisl, che ha aggiunto che “per promuovere il fondo il sindacato ne parlerà in ogni corso che organizzeremo”. Non sarà facile perché i lavoratori in somministrazione fanno già fatica a pensare a un lavoro stabile figurarsi se riescono a pensare alla pensione. Per questo bisogna seguirli e fargli capire che il lavoro in somministrazione è solamente un primo passo per arrivare al lavoro stabile. La bilateralità, ha aggiunto deve essere “formazione, tutela e previdenza”. Si devono, ha concluso, fare distinzioni sulla precarietà, perché non è tutta la stessa cosa, c’è quella che non ha alcuna tutela e quella delle persone che possono accedere per esempio al fondo”.
Di un sistema “avanzatissimo” ha invece parlato Agostino di Maio di Assolavoro.
Luca Fortis