È morto questa notte Aris Accornero. Aveva 87 anni. Un grande lutto per il mondo del lavoro perché Accornero è stato il grande interprete delle glorie e delle disgrazie di questo mondo. Il lavoro lo aveva conosciuto da giovanissimo, quando era stato assunto con la qualifica di operaio dalla Riv Skf, una grande fabbrica di cuscinetti a sfera. Spirito libero, si scontrò per motivi sindacali con la direzione della sua azienda e fu licenziato, come si usava fare allora senza porsi troppi problemi. Fu assunto dall’Unità, il quotidiano del Pci, e così si avvicinò alla Cgil, con la quale mantenne sempre un rapporto fortissimo. Grande studioso, si affermò nella sociologia del lavoro ed ebbe una cattedra di sociologia industriale alla Sapienza di Roma, che ha tenuto fino al momento della pensione. Ha scritto tantissimi libri, approfondendo i temi a lui cari del lavoro, descrivendo le difficoltà, specie negli ultimi anni, del sindacato: che amava, ma di cui vedeva purtroppo con chiarezza i limiti sopraggiunti.
Era uno dei nostri direttori scientifici, e per noi è un lutto fortissimo, perché Aris ci è sempre stato vicino, ci ha spronati quando ne avevamo bisogno, ci ha aiutato quando le circostanze lo chiedevano. Aveva con noi sempre una parola buona, era una persona dolcissima e ci mancherà moltissimo. Non stava bene negli ultimi anni e non poteva partecipare alle nostre iniziative nonostante le nostre richieste continue. Ma anche da lontano, anche senza seguirci da vicino, non ci dimenticava mai, aveva sempre presente l’impegno che si era assunto diventando uno dei nostri direttori, ed era contento di onorarlo. Resterà nei nostri cuori come nella nostra memoria.
Massimo Mascini