La Cisl sembra tornata alle battaglie interne che caratterizzarono la confederazione negli anni settanta, quando a farsi la guerra erano Bruno Storti da una parte, Pierre Carniti dall’altra. Per oggi pomeriggio è prevista una difficile riunione dell’esecutivo confederale nella quale si deciderà se commissariare o meno il sindacato della Funzione pubblica, tra i più forti nella confederazione. E automaticamente la conta dei voti si trasformerà in una valutazione della segreteria di Annamaria Furlan. Le premesse per uno scontro epocale sembrano esserci tutte.
Il sindacato della Cisl dei dipendenti pubblici è entrato nel mirino dei probiviro che, stando alle poche e risicate informazioni circolate, avrebbero riscontrato che circa 50mila tessere di questo sindacato sono state letteralmente inventate: falsi nomi, false aziende. Ma, appunto, di più non si sa molto.
La polemica è cresciuta in questi giorni, ma era nell’aria da quando prima della fine dell’anno scorso, è stato commissariato il sindacato della Campania, accusando la segretaria generale di questa formazione, Lina Lucci, di aver speso un po’ troppo allegramente risorse del sindacato. Il punto è che a supporto di queste accuse sarebbero state usate prove molto dubbie, soprattutto, sembra, video e audio captati da strumentazioni abusive. Di qui la protesta di tre segretari confederali, Maurizio Bervava, Giuseppe Farina e Giovanni Luciano che non hanno approvato l’utilizzo di questi strumenti quanto meno inidonei e hanno manifestato i loro dubbi in una lettera diretta ad Annamaria Furlan. Bernava era segretario generale della Cisl Sicilia, Farina del sindacato dei metalmeccanici, Luciano del sindacato dei trasporti, ma questo non autorizza a credere che automaticamente dietro i tre segretari confederali ci siano quei tre sindacati. Nella Cisl sono tutti abituati a ragionare con la propria testa, mai per fedeltà organizzativa. Sarà la conta dei voti a decidere gli equilibri prossimi venturi della confederazione.