Per il presidente della Bce Mario Draghi, la situazione della bassa inflazione nell’area euro si sta facendo sempre più “impegnativa” e la Bce “deve stare molto attenta ad evitare che inizi a propagarsi nell’economia, in modi che peggiorino le prospettive di crescita economica e di inflazione” stessa. Lo ha intervenendo ad un convegno a Francoforte.
Con le misure che ha messo in campo la Bce “segnala che farà ricorso a tutti gli strumenti che ha a disposizione, – sottolinea Draghi intervenendo ad un convegno a Francoforte – nell’ambito del suo mandato, per ricondurre l’inflazione ai valori obiettivi senza ritardi ingiustificati. È essenziale – ha insistito Draghi – riportare l’inflazione ai livelli obiettivo senza indugi”.
Per quanto riguarda la situazione economica dell’area euro, per il presidente della Bce resta “fragile” e le indagini sull’attività “suggeriscono che nei prossimi mesi è improbabile che si verifichi un rafforzamento della ripresa”. Inoltre, Draghi ha rilevato che per la prima volta dal 2013 si sono registrati cali degli ordinativi per l’insieme di Eurolandia.
Infatti Eurolandia rischia un involontario inasprimento delle condizioni di politica monetaria, a fonte del quale la Bce non ha strumenti convenzionali di risposta dato che i tassi ufficiali sono ormai ai minimo possibile. “Per questo è così importante operare con misure straordinarie, – ha spiegato il presidente della Bce – per garantire che i tassi e le attese di inflazione tornino in prossimità dei valori auspicati”.
Draghi si è soffermato soprattutto sulle generali attese di inflazione del pubblico, una voce chiave attentamente monitorata dalla Bce. Se sul lungo periodo restano abbastanza vicine ai valori obiettivo della Bce – inflazione inferiore ma vicina al 2 per cento – più a breve termine “sono calate a livelli che giudicherei eccessivamente bassi”.
E “quando le attese di inflazione calano, i tassi di interesse reali risultano aumentati, e sono quelli che contano per la maggior parte delle decisioni di investimento”. Con i tassi ufficiali già a zero, la Bce si trova impossibilitata a effettuare aggiustamenti sul costo del danaro. “In altri termini, il disancoraggio delle attese di inflazione causerebbe un inasprimento monetario di fatto, l’esatto opposto – ha concluso Draghi – di quello che vorremmo vedere”.
E.G.