Si tenuta questa mattina l’assemblea annuale di Bankitalia. Mario Draghi nel suo discorso ha fatto una panoramica generale sulle radici dell’attuale crisi e sulle ricette per uscirne. Il governatore ha chiesto contro la speculazione internazionale nuove regole per la finanza mondiale e una politica economica europea che rafforzi la moneta del vecchio continente. Draghi ha anche indicato il ridimensionamento dei debiti pubblici come l’unica strada da perseguire. Parlando dell’Italia il governatore ha dato il suo sostegno alla manovra correttiva, pur sottolineando che se nel nostro paese vi è “macelleria sociale”, questa è da addebitare all’evasione fiscale che distoglie risorse alla società. Parlando del federalismo fiscale ha poi detto che può essere utile a razionalizzare la spesa delle regioni.
Nella sua relazione Draghi ha anche parlato di lavoro mettendo in luce come “la crisi abbia acuito il disagio dei giovani nel mercato del lavoro”. Per il governatore “la riforma del mercato del lavoro va completata, superando le segmentazioni e stimolando la partecipazione”. Nelle Considerazioni finali Draghi ha avvertito poi che “una ripresa lenta accresce la probabilità di una disoccupazione persistente”. “Questa condizione – ha proseguito -, specie se vissuta nelle fasi iniziali della carriera lavorativa, tende ad associarsi a retribuzioni successive permanentemente più basse”.
Il governatore ha ricordato quindi che “nella fascia di età tra i 20 e i 34 anni la disoccupazione ha raggiunto il 13% nella media del 2009 e che la riduzione rispetto al 2008 della quota di occupati fra i giovani è stata quasi sette volte quella fra i più anziani”. Secondo Draghi, in particolare, “hanno pesato sia la maggiore diffusione fra i giovani dei contratti di lavoro a termine sia la contrazione delle nuove assunzioni, del 20%”. Ed è inoltre da notare che, ha proseguito, “da tempo vanno ampliandosi in Italia le differenze di condizione lavorativa tra le nuove generazioni e quelle che le hanno precedute, a sfavore delle prime”. “I salari di ingresso in termini reali – ha sottolineato ancora il governatore – ristagnano da 15 anni”.
Parlando poi di pensioni il governatore ha detto che “occorre prolungare la vita lavorativa, anche per garantire un tenore di vita adeguato agli anziani di domani”. “Nell’ultimo trentennio – ha ricordato – a fronte di un aumento della speranza di vita dei sessantenni italiani di oltre cinque anni, si stima che l’età media effettiva di pensionamento nel settore privato sia salita di circa due anni, attorno ai 61”.
Draghi ha riconosciuto che “nel 2009 il Governo ha compiuto un passo importante collegando in via automatica, dal 2015, l’età minima di pensionamento alla variazione della speranza di vita”. E, prosegue “nella stessa direzione muovono gli interventi sulle cosiddette finestre e sulla normativa per le donne nel pubblico impiego”. Secondo Draghi, dunque, il processo di riforma del sistema pensionistico potrà essere completato con “misure volte a uniformare gradualmente le età di pensionamento dei diversi gruppi di lavoratori, rendere più tempestivi gli aggiustamenti dei coefficienti del regime contributivo, offrire maggiore flessibilità nel pensionamento”. (LF)