E’ il 3 ottobre 1996 quando il Corriere della sera pubblica un lungo articolo dell’allora Presidente dell’INPGI (Gabriele Cescutti).
Si tratta di una lunga dissertazione su come è bella INPGI, le sue doti, il riconoscimento che c’è qualche problema, fino a dire: “Quella del dissesto, dunque, è un’ipotesi del tutto teorica. Ma anche in un caso così drammatico gli iscritti sarebbero comunque garantiti nelle loro aspettative dall’articolo 38 della Costituzione il quale dispone che “i lavoratori hanno diritto che siano provveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione volontaria” (forse mancava la in)”. E proseguiva: “Il legislatore, allora, sarebbe chiamato a porre rimedio alla situazione di dissesto provvedendo idonee garanzie per gli iscritti, al fine di assicurare in concreto i contenuti del citato articolo 38”.
Una mia lettere al Corriere, da Segretario della Filcams (il sindacato Cgil di commercio, turismo, servizi) concludeva: “Mi auguro che questa furberia possa essere impedita, insieme a tutte le altre più o meno rilevanti anche di altre categorie”.
La mia lettera non viene pubblicata e io la mando al Presidente Cescutti (che almeno lui la possa conoscere).
Mi risponde come segue: “ritengo la sua una interpretazione maliziosa e inesatta. Lei ha infatti sicuramente letto anche il seguito del mio intervento, dove affermo che comunque la nostra categoria “avrà la capacità di trovare risposte adeguate in maniera autonoma. Il che significa, come è detto subito dopo, che se necessario sapremo imporci adeguati aumenti contributivi per far fronte alle eventuali difficoltà, come già facemmo in un recente passato: E tutto questo basandoci sulle nostre sole forze, continuando – come abbiamo sempre fatto – a non richiedere denaro ai contribuenti. La qual cosa, invece, non possono affermare – mi sembra – tanti altri Istituti previdenziali, compreso l’Inps”.
Ma possibile che non si parli neppure di qualche lieve limatura a trattamenti che gridano vendetta rispetto alla generalità di chi campa di pensione?
Aldo Amoretti