Proroga degli ammortizzatori sociali, moratoria fiscale e contributiva per chi ha subito danni dal sisma, risorse immediate per sostenere la ricostruzione. Sono queste le principali richieste che la Cgil Lombardia, Emilia Romagna e Veneto sosterranno domani a Roma nel corso di un presidio che si terrà dalle 10 alle 13.30 in piazza del Pantheon.
“Tre strutture regionali, insieme alla Cgil Nazionale che sarà rappresentata dal segretario nazionale, Danilo Barbi, saranno in piazza nella capitale perché – sostengono in una nota – vogliamo tornare a vivere: un territorio che produce il 2% del Pil nazionale, che dal giorno dopo il terribile sisma del 20-29 maggio si è rimboccato le maniche per tornare alla vita normale, non può essere lasciato solo”.
I dati forniti dal sindacato dicono che nelle aree colpite dal sisma si contano “78 milioni di ore di cassa integrazione da gennaio a ottobre 2012 e 16.000 lavoratori in mobilità mentre il terremoto ha ucciso 18 lavoratori, fermato 2.500 aziende e reso inagibili 40.000 abitazioni”. Il tutto mentre “oggi a un lavoratore, un pensionato, che deve rifarsi la casa, ricostruirsi la vita, non vengono sospesi i tributi fiscali”. Vogliono pagare ma hanno bisogno di “respirare per ripartire altrimenti non ce la facciamo”.
“In quelle terre – afferma la Cgil – tutti stanno facendo la loro parte (istituzioni locali e regionali insieme alle parti sociali), ora il governo deve trattarci da cittadini”. Per questo domani a Roma chiederanno: “la sospensione delle trattenute fiscali e previdenziali sulle buste paga dei lavoratori e sulle pensioni di chi ha subito danni dal sisma sino al termine dello stato di emergenza a Giugno 2013; la rateizzazione delle quote non pagate con modalità pari a quelle avvenute in occasione di altri eventi catastrofici; la sospensione dei tributi per chi ha subito danni dal sisma sino al termine dello stato di emergenza; la proroga degli ammortizzatori per evento sismico per tutto lo stato di emergenza e la promulgazione del decreto attuativo del ministero del lavoro: ancora oggi 12.000 lavoratori e lavoratrici sono senza lavoro a causa del crollo degli stabilimenti; l’erogazione immediata delle risorse necessarie a sostenere la ricostruzione”. (LF)
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