Arriva domani in aula al Senato, dopo lo stop del Quirinale a seguito del pareggio in bicamerale, il decreto del federalismo fiscale sul fisco municipale. Il testo, corredato delle osservazioni del governo e trasmesso nei giorni scorsi alle Camere, sarà illustrato domani dai ministri Umberto Bossi e Roberto Calderoli. Il governo si appresta a varare il provvedimento nell’ultima versione contenuta nel parere del relatore, Enrico La Loggia (con doppia cedolare; sblocco delle addizionali Irpef; Imu; tassa di scopo e di soggiorno), con una sola specificazione in più riguardante la compartecipazione all’Iva per i Comuni che sarà al consumo. Resta, infatti, stabilita da un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, ma “assumendo a riferimento il territorio su cui è determinato il consumo che ha dato luogo al prelievo”.
Dopo l’informativa del governo di domani, mercoledì si voterà sulle risoluzioni che i vari gruppi presenteranno al testo. Quella di Pdl e Lega, di due righe, che prevede la classica formula “sentito il governo l’Aula approva” e quelle, più articolate delle opposizioni. Sia Pd che Terzo Polo che Idv ne hanno ,infatti, presentate di proprie che dovrebbero in linea di massima votarsi anche a vicenda. Il partito di Bersani ne ha presentate, oltre a una generale, anche 4 o 5 su punti specifici: si va dal tetto alla pressione fiscale generale e a quella delle imprese alle detrazioni per i primi inquilini. Dopo il passaggio in Senato il testo andrà in aula a Montecitorio ai primi di marzo e poi potrà essere adottato, previa promulgazione del Quirinale. (LF)
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