Attenzione: la verità è in pericolo, una guerra le si sta muovendo contro. Un manipolo di «assassini» attenta a quella che è uno dei fondamenti della democrazia e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Ognuno nella società è complice di questo crimine: chi crea la disinformazione, chi la amplifica, chi ci crede, ma anche chi non la combatte o prova a farlo nella maniera sbagliata. In un’epoca contrassegnata dai confini dematerializzati e da una confusione epistemica dell’informazione siamo tutti in pericolo, perché le autocrazie si alimentano del caos e in questo caos piantano ben salde le proprie radici. Lee McIntyre, ricercatore presso il centro di filosofia e storia della scienza dell’Università di Boston e docente di etica presso l’Harvard Extension School, si è occupato a lungo dell’argomento e dopo Post-verità del 2019 torna all’attacco con Disinformazione. Combattere per la verità e proteggere la democrazia, analisi degli effetti politici delle strategie di mistificazione della realtà e induzione del dubbio. In una parola, appunto, disinformazione. Un saggio che a dispetto del suo volume (appena 100 pagine) è in realtà esplosivo, perché fa luce su un fenomeno tanto lapalissiano quanto nei suoi meccanismi oscuro e contorto. Qui si intrecciano i fili della comunicazione, della politica, ma anche dell’antropologia e della psicologia, tutto scientificamente documentato da un ricco apparato di riferimenti e compendi bibliografici.
Il punto di partenza di McIntyre è l’assalto a Capitol Hill per mano dei sostenitori di Donald Trump il 6 gennaio 2020, che sotto l’egida dello slogan #StopTheSteal rivendicavano la vittoria elettorale del loro leader e quindi il furto per mano dei democratici guidato dal neo-eletto presidente Joe Biden. I termini sono due: Trump, il primo propagatore della «grande bugia», colui che nonostante tutto ha riaffermato la propria presenza sullo scenario internazionale; i suoi sostenitori, che non sono ingannati in quanto mal informati, ma hanno perso la fiducia verso le istituzioni e ogni altra autorità. E quale terreno più fertile per far attecchire una versione della realtà distorta ma che tanto piace agli autocrati? «La verità non sta morendo, la stanno uccidendo».
L’autore dispiega sul tavolo qual è la strategia dei disinformatori: «Dopo che gli “assassini della verità” avevano fornito un modello per negare i fatti scientifici che erano in conflitto con i loro stessi interessi finanziari o ideologici, è bastato poco ai politici senza scrupoli per capire come utilizzare questa stessa strategia per mentire su tutto ciò che volevano», avverte rintracciandone il primo grande esempio nelle campagne negazioniste delle grandi imprese del tabacco sui danni del fumo o dei gruppi di estrattivi sul cambiamenti climatico. Questa è subordinazione della realtà al potere e questa è la definizione esatta di post-verità, una sorta di nuova censura per fomentare lo scontento di una popolazione sempre più delusa e arrabbiata: un mondo della negazione della verità, dove la verità è subordinata all’ideologia. L’obiettivo principale di questi gruppi di potere è non solo mettere in discussione un pezzo di realtà che si scontra con i loro interessi, ma di erodere la fiducia nei “detentori della verità” dall’altra parte e metterci l’uno contro l’altro. «Questo è ciò che i disinformatori vogliono: noi contro di loro, il che spiega perché la disinformazione è spesso così polarizzante». Diffidare di chiunque si trovi dall’altra parte è l’arma che fa leva su una sfiducia montante nelle istituzioni, che devono per questo essere caute nella loro azione difensiva della realtà: avendo a che fare il negazionismo con l’identità – «Quello in cui un negazionista crede non è solo ciò che pensa, è ciò che è» – quando si attaccano le sue credenze di un individuo si attacca contemporaneamente la sua persona.
Ma sebbene sia facile considerarlo come un problema americano – «la ragione è che gli americani sono stati presi di mira dai russi e da altri, su questi temi, solamente negli ultimi due decenni» -, gli Stati Uniti sono solo sineddoche di un problema di disinformazione vastissimo. La guerra alla verità è una guerra mondiale, che determina un percolo per la sopravvivenza della democrazia. Riprendendo lo storico di Yale Timothy Snider «la post-verità è post-fascismo». Ovunque, infatti, il declino dei media tradizionali, l’ascesa dei social network, la frammentazione della sfera pubblica, la polarizzazione populista della politica e la crisi dei partiti alimenta il fenomeno della post-verità, esponendo tutte le democrazie agli attacchi delle oligarchie che insistono, suadenti, su un’idea di libertà intesa come rifiuto di ogni vincolo. In nome della libertà di pensiero e parola, che però è solo una sirena che ci avviluppa nei marosi.
Ma per l’autore, nonostante il dilagare apparentemente incontrollato del fenomeno, la guerra non è finita, e stila per il lettore un decalogo di comportamenti da adottare per contrastare la disinformazione e persuadere i “credenti” a ritornare alla verità. «La verità non muore quando i bugiardi prendono il potere, muore quando chi dice la verità smette di difenderla».
Con una scrittura quantomai puntuale e accorata, Lee McIntyre ci aiuta a osservare più da vicino la realtà e a capire da che parte ci troviamo, il tutto con un linguaggio incisivo e diretto che non fa sconti a nessuno. Sotto accusa, infatti, ci sono sì fautori della disinformazione, ma anche coloro i quali si muovono goffamente nel provare a contrastarli. L’invito finale, intriso di oscuro realismo ma bilanciato da una dose di cauto ottimismo, suona come un’epigrafe: «[…] le forze schierate contro la scoperta della verità e l’uso della ragione non muoiono, aspettano. Rinascono in ogni epoca. Possono scomparire per un po’, ma alla fine si riuniscono. Siamo nati in un’epoca in cui la scienza e la ragione (anzi, la verità e la realtà stesse) hanno ancora una volta bisogno di essere difese. Fatevene carico. Non cedete alla disperazione. C’è qualcosa che potete fare oggi per combattere gli assassini della verità. Adesso uscite e trovatela».
Elettra Raffaela Melucci
Titolo: Disinformazione. Combattere per la verità e difendere la democrazia
Autore: Lee McIntyre
Editore: UTET Università
Anno di pubblicazione: Italia 2024
Pagine: 100 pp.
ISBN: 8860089492
Prezzo: 18,00€