“Nonostante la prosecuzione della congiuntura economica negativa in Europa, che sta provocando il continuo ridimensionamento del mercato dell’auto, delle macchine movimento terra e la sostanziale stasi del mercato dei camion, la Fiat ha confermato che non ci sarà nessuna riduzione strutturale degli organici, né alcuna chiusura degli impianti nel nostro Paese in quest’anno”.
Il Segretario Generale della Fismic, Roberto Di Maulo, riassume così l’esito degli incontri di questi giorni con l’amministratore Delegato di Fiat, Sergio Marchionne.
“In particolare – spiega Di Maulo – la Fiat Chrysler ha proceduto nel 2012 a investimenti nel mondo per 7,5 miliardi di euro, dei quali 3 in Italia. Dopo la completa ristrutturazione dello stabilimento di Pomigliano che produce la Panda (che ha purtroppo provocato la chiusura della linea di produzione in Polonia con il conseguente esubero di 1400 dipendenti), con il lancio dei due nuovi modelli della SATA di Melfi e con l’ inaugurazione dello stabilimento Maserati di Grugliasco, Fiat ha confermato il piano di allocazione dei nuovi modelli presentato ad ottobre e ha inoltre annunciato che entro il primo semestre presenterà quelli nuovi per Mirafiori e, successivamente, per Cassino”.
“C’è da ricordare inoltre – prosegue il leader Fismic – che per lo stabilimento Maserati di Modena sono stati stanziati investimenti ed è stata decisa la produzione dell’ Alfa 4C che consente il pieno utilizzo della manodopera. Complessivamente Fiat Spa ha assicurato che entro il 2015 torneranno al lavoro tutti i dipendenti. Anche per quanto riguarda Fiat Industrial, per l’anno in corso non sono previste chiusure di impianti né riduzioni strutturali di organici”.
“La segreteria nazionale della Fismic – conclude Di Maulo – giudica positive le due giornate di incontro con l’amministratore delegato, sottolinea la grande valenza che assume in questa fase il confronto strategico che avviene trimestralmente con i massimi vertici della multinazionale che consente di sviluppare un dialogo franco e positivo, finalizzato alla comune individuazione di soluzioni che altrimenti rischierebbero di essere traumatiche per i lavoratori. Da questo scenario esce quindi completamente sconfitta la strategia della Fiom, volta alla contrapposizione continua, al ricorso permanente ai Tribunali e all’incitamento all’odio. Atteggiamenti che non portano da nessuna parte”. (LF)