Video di: Alessia Pontoriero
Partire dal perimetro della contrattazione per affrontare il tema dei rider. È questo lo scenario che emerso al termine del tavolo di confronto che si è tenuto al ministero del Lavoro, al quale erano presenti il titolare del dicastero di via Flavia Luigi Di Maio, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Confindustria, le piattaforme digitali e una delegazione di rider.
Resta da capire verso quale strada si indirizzerà questo nuovo contratto. Nel corso della conferenza stampa, il ministro Di Maio ha prospettato la possibilità di arrivare alla creazione di una forma contrattuale ad hoc per i ciclofattorini, che sarebbe la prima in Europa. In questa prospettiva, Di Maio ha annunciato l’avvio di un percorso condiviso con il suo omologo francese sul tema.
“La sfida – ha spiegato il Ministro – è quella di affrontare i grandi cambiamenti del lavoro 4.0 partendo dai rider, per poi estendere il discorso verso altri lavoratori della gig economy”.
Per quanto riguarda gli elementi che dovranno stare alla base del contratto dei rider, Di Maio parla di compenso minimo orario, tutele Inps e Inail e il diritto al lavoratore a non dipendere in tutto e per tutto dall’algoritmo. Sull’aspetto, molto dibattuto, della natura subordinata o autonoma del rider, Di Maio rimette tutto nelle mani della concertazione, che dovrà esprimersi in merito.
Se questa strada dovesse portare a un nulla di fatto, la seconda strada sarebbe quelle di inserire una norma nel cosiddetto decreto dignità per accelerare tutto il dibattito.
Sul versante sindacale, la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso ha accolto positivamente l’incontro, ribadendo tuttavia, la necessità di riconoscere la natura subordinata dei rider. Inoltre, la numero uno del sindacato di Corso d’Italia ha sottolineato come la creazione di un contratto ad hoc possa rappresentare un pericoloso precedente.
“Il pericolo – spiega Camusso – è che si arrivi a una proliferazione di contratti che potrebbero nascere per ogni nuovo lavoro che l’innovazione digitale si porta dietro, e quindi a una frammentazione del mercato del lavoro. La figura rider – ha concluso la Camusso – deve essere ricondotta all’interno del contratto collettivo della logistica”.
Una valutazione positiva dell’incontro è stata fatta anche da Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl. “Abbiamo rimarcato la necessità che esistano tutele per questi lavoratori, che oggi ne sono quasi totalmente sprovvisti – ha proseguito Furlan – c’è stato uno sforzo da parte di alcune aziende di prefigurare un allargamento di alcune tutele oggi inesistenti. Noi riteniamo che la contrattazione possa rispondere al meglio a questo tipo di bisogno, partendo, non tanto da una discussione tra aziende e lavoratori su posizioni molto diverse che è la discussione squisitamente tra lavoro autonomo o subordinato, ma partendo dall’assunto che ogni lavoratore ha dei diritti di tutela a prescindere da questo aspetto. Diritto alla maternità, alla malattia, versamenti pensionistici”.
Per Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil, la contrattazione può essere la risposta migliore per il bisogno di tutele e diritti dei rider. Ha inoltre proposto la possibile introduzione di sgravi fiscali per ridurre il costo del lavoro per le aziende che operano in questo settore, e impedire così che lascino l’Italia
Tommaso Nutarelli