Un accordo, per essere valido, oltre a essere sottoscritto da organizzazioni che devono essere rappresentative in modo certificato, deve essere sottoposto a referendum: é uno dei punti che caratterizza la proposta di legge di iniziativa popolare su democrazia sindacale e rappresentatività delle organizzazioni promossa dalla Fiom, che ha raccolto oltre 100mile firme e oggi ha depositato il documento alla Camera dei deputati.
Il principio del referendum, ha sottolineato il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, a margine del comitato centrale dell’organizzazione, aperto al pubblico, che si é tenuto stamattina davanti a Montecitorio, “deve valere per gli accordi aziendali, per i contratti nazionali ma anche per gli accordi interconfederali che riguardano la materia contrattuale”.
La proposta di legge chiede anche che il diritto a eleggere le rsu sia esteso alle fabbriche sotto i 15 dipendenti. Inoltre si propone che le elezioni dei rappresentanti sindacali avvengano in tutti i luoghi di lavoro in contemporanea, ogni tre anni (tra settembre e novembre, allo scadere del terzo anno), “con un sistema di voto proporzionale puro – ha aggiunto Landini – senza quote garantite, con l’introduzione di un sistema che certifichi la rappresentatività”. Per effetto delle norme proposte, infatti, gli Uffici del lavoro raccoglierebbero a livello nazionale i risultati delle consultazioni e combinerebbero questi numeri con quelli degli iscritti. “Per partecipare alle trattative nazionali – ha spiegato il segretario generale della Fiom – bisognerà avere almeno il 5% di rappresentanza, tra iscritti e voti”.
Landini ha inoltre precisato che la proposta non ha alcun nesso diretto con la vertenza per lo stabilimento Fiat di Pomigliano: “Abbiamo iniziato a raccogliere le firme a febbraio. L’iniziativa nasce invece dal fatto che in 10 anni, penso alla nostra categoria, sono stati fatti tre contratti nazionali separati e quando abbiamo chiesto di sottoporre gli accordi a referendum, le altre sigle hanno rifiutato di farlo”. (FRN)
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