Questa settimana sono stati siglati due accordi territoriali da Cgil,Cisl e Uil con Confindustria di Mantova e Lodi. Gli accordi applicano le agevolazioni fiscali sui redditi delle imprese private previste dalla Legge di stabilità. Il diario del lavoro ha intervistato il segretario generale della Cisl Asse del Po, Giuseppe Demaria che ha seguito i tavoli e firmato gli accordi territoriali.
Demaria, ci parli degli accordi territoriali siglati in Lombardia.
Questi accordi tra Confindustria Mantova e Confindustria Lodi e Cgil,Cisl e Uil rappresentano un gran risultato che arriva dopo l’accordo interconfederale del 14 luglio scorso. La Legge di stabilità del dicembre 2015 aveva stabilito la detassazione dei premi di risultato la cui corresponsione è legata ad incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione, i cui criteri di misurazione sono stati definiti con decreto del ministero del Lavoro di concerto con il ministero dell’Economia. Mentre la circolare 28/E del 15 giugno 2016 dell’Agenzia definisce le modalità dell’applicazione dell’agevolazione. I due accordi territoriali, quello con Confindustria Mantova siglato venerdì scorso e quello con Confindustria Lodi siglato ieri, 26 luglio, applicano quindi solo un’aliquota del 10% ai premi di risultato entro il limite dei 2.000 euro lordi.
Quali sono gli strumenti che consentono l’applicazione di questi accordi?
Verrà istituita una commissione ad hoc composta da un rappresentante di ciascuna delle organizzazioni sindacali e imprenditoriali firmatarie. La commissione ha due compiti principali , quello di valutare l’applicazione dell’accordo e di monitorarne gli effetti e l’andamento complessivo: se si raggiungono i risultati previsti, se ci sono stati risultati positivi e se vengono effettivamente distribuiti i premi. Inoltre, con la Commissione è possibile anche controllare l’applicazione della contrattazione di secondo livello laddove spesso come sindacati non arriviamo soprattutto nella piccola e media impresa. Questo accordo indirettamente ci dà la possibilità di monitorare più da vicino le relazioni industriali aziendali.
Passi in avanti, dunque, per la contrattazione di secondo livello?
Sicuramente con questi accordi stiamo migliorando le relazioni industriali di secondo livello. Nella fattispecie degli accordi che stiamo sottoscrivendo, stiamo sviluppando quella contrattazione di secondo livello che tanto ci serve soprattutto in un momento difficile come quello in cui ci troviamo e sicuramente recupera e migliora la negoziazione tra le parti territorialmente e non.
L’accordo da spazio anche al welfare aziendale. In che termini?
Il premio di risultato può essere anche erogabile sottoforma di welfare aziendale e in quel caso, mentre per il premio di risultato tout court c’è una tassazione del 10%, per quanto riguarda l’erogazione del welfare viene azzerata perciò è ancora più vantaggioso usufruire dei premi di risultato sottoforma di welfare aziendale.
Quali sono i vantaggi dell’accordo per i lavoratori?
I vantaggi per i lavoratori sono enormi. Prima di tutto abbiamo la possibilità di coprire una platea di lavoratori che non hanno copertura che invece può usufruire delle agevolazioni di questo accordo. In secondo luogo c’è un vantaggio economico non indifferente. In un momento come questo in cui si ha difficoltà a rinnovare i contratti nazionali puntare sulla contrattazione di secondo livello vuol dire sopperire a questo mancanza. Questo è, dunque, un dato positivo. Quando nel 2015 la detassazione non è stata rinnovata i lavoratori ne hanno risentito e si sono lamentati. I premi di risultato detassati corrispondono a un aumento in busta paga in termini monetari o in termini di prestazioni di welfare che sopperiscono ai ritardi o ai mancati rinnovi del contratto.
Ci può spiegare in che termini le agevolazioni fiscali dipendono dal coinvolgimento attivo dei lavoratori?
Gli accordi prevedono che i premi di risultato dipendano dal coinvolgimento attivo dei lavoratori ma io preferisco parlare di partecipazione aziendale. Non siamo più infatti nell’epoca del lavoratore salariato che in cambio di una prestazione otteneva un compenso. Oggi il lavoratore può partecipare ed essere direttamente artefice del buon andamento dell’azienda e il premio di risultato è legato a questo concetto. Il premio di risultato non è altro che uno strumento della partecipazione del lavoratore, l’esito di una partecipazione attiva alla produttività aziendale. Rispetto al passato c’è maggiore consapevolezza e quindi maggiore responsabilità del lavoratore nei confronti della propria azienda.
Alessia Pontoriero