Dopo la pubblicazione nella Gazzatta Ufficiale del nuovo Codice degli Appalti si sono scatenate le polemiche dei sindacati. Ieri, infatti, alcuni tra cui la Cgil, avevano espresso un giudizio positivo alla nuova legge ma, a quanto pare, il testo pubblicato non corrisponde alle aspettative.
“Siamo molto seccati per il fatto che sia stato dato l’annuncio di accoglimento delle norme che erano state introdotte dalla discussione e, invece, non appaiono nel testo della Gazzetta Ufficiale –ha dichiarato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso -. Trovo inqualificabile un comportamento di questo tipo non c’è il minimo rispetto dell’interlocuzione e degli impegni che si assumono.”
Il segretario confederale della Cgil, Franco Martini ha spiegato le ragioni per cui le modifiche apportate risultano peggiorative. “Sono tre su tutti i punti su cui il provvedimento è stato peggiorato significativamente. Per prima cosa – spiega – si prevede l’obbligatorietà dell’indicazione in sede di offerta della terna dei subappaltatori solo per gli appalti sopra soglia comunitaria, quando è noto a tutti che l’80% dei contratti riguarda appalti al di sotto del milione di euro.Critichiamo poi fermamente – prosegue il dirigente sindacale – la modifica apportata alle previsioni riguardanti le clausole sociali per la stabilità occupazionale: si lascia alla volontà delle stazioni appaltanti la facoltà di applicarle o meno, quando è essenziale, invece, che la esigibilità delle stesse clausole sia certa e non aleatoria”.
Il terzo punto negativo sottolineato da Martini consiste nel “non aver recepito l’accordo tra le categorie sindacali delle costruzioni e il Mit per quanto concerne la salvaguardia occupazionale dei lavoratori impegnati nelle concessioni autostradali. Proseguiremo quindi nell’azione sindacale affinché, per quanto concerne i decreti attuativi e le stesse linee guida, i tempi di approvazione siano celeri, e per evitare che lo stesso Codice non venga ulteriormente svuotato di significato”, conclude Martini.
Amaro, anche il commento del Segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra “Un clamoroso stravolgimento del testo a poche ore dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Una vera sorpresa in negativo – commenta il sindacalista Cisl – che dimostra purtroppo come questo esecutivo non abbia alcuna attenzione per i lavoratori. Aver modificato, in zona cesarini, l`articolato delle clausole sociali che ‘possono’, nel testo originario licenziato dal Consiglio dei Ministri era scritto ‘devono’, essere incluse anche per il mantenimento dei posti di lavoro, è una evidente posizione che non potrà passare in silenzio. Il Governo con una sola parola cancella il diritto alla sicurezza sul lavoro, alla salute, al mantenimento dei posti di lavoro e questo per la Cisl è inaccettabile. Ma anche sul terreno della legalità e della trasparenza si è voluta regalare la discrezionalità negli affidamenti dei subappalti per importi sotto le soglie stabilite dall`Unione Europea, per non parlare delle concessionarie le quali si troveranno nelle situazioni di possibili esuberi occupazionali”.
“In poche parole – aggiunge – si è distrutto tutto quanto era stato fatto di positivo con le Commissioni Ambiente di Camera e Senato per salvaguardare diritti e tutele dei lavoratori e per determinare interventi di assoluta trasparenza nelle procedure di subappalto. Siamo sinceramente delusi da questo comportamento ed insieme a Cgil e Uil metteremo in campo iniziative per evidenziare questa situazione creata dal Governo. Adesso confidiamo nell`Anac – conclude Sbarra – affinchè in tempi rapidi possa realizzare, in un contesto di partecipazione e condivisione delle parti sociali, le nuove linee guida contribuendo a recuperare gli inaccettabili stravolgimenti dell’ultima ora del nuovo Codice degli Appalti”.
Allo stesso modo, il segretario confederale della Uil, Tiziana Bocchi ha dichiarato che “Il Governo ha modificato il testo del decreto sugli appalti e concessioni, così come proposto dalle commissioni parlamentari, in modo assolutamente arbitrario e nocivo per gli interessi del Paese. Ancora una volta – aggiunge – l’Esecutivo ha dato prova di ascoltare maggiormente lobby lontane da obiettivi di sviluppo produttivo e occupazionale. Ancora una volta il Governo, venendo meno agli affidamenti e agli accordi con le organizzazioni sindacali, ha dimostrato di essere un interlocutore privo di credibilità. Ancora una volta, si sacrificano il lavoro, la sicurezza e la salute delle lavoratrici e dei lavoratori e la possibilità di un`equa remunerazione”.