Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio afferma in un’intervista a Repubblica che il “saper fare” sarà il metro di giudizio con il quale saranno valutati gli alti dirigenti dei ministeri del nuovo governo Renzi, “chi a fine anno non avrà portato a casa il risultato dovrà andarsene, siamo passati dalla democrazia dialogante alla democrazia decidente”. Delrio continua avvertendo che gli obiettivi del governo non sono “facoltativi”, ma il loro raggiungimento è il campo dove si gioca la partita per la rinascita del Paese. “Sui tagli lineari di Bondi, determinati dalla necessità di trovare risorse in fretta, io fui all’epoca critico. Quanto a Cottarelli, il suo lavoro con Letta era appena iniziato. Nella riunione con gli altri ministri ho messo in chiaro che abbiamo portato la spending review a Palazzo Chigi perché quelli indicati non saranno obiettivi facoltativi. Se il premier ha messo in gioco se stesso, la regola deve valere per tutti: non possiamo più immaginare che ministri e alti dirigenti ci vengano a dire a fine anno che si sono sbagliati. Che ci hanno provato, ma… No, stavolta è diverso”. Quindi alti dirigenti e ministri “verranno giudicati sulla base della loro ‘performance’ e chi non l’avrà raggiunta andrà a casa”. Chi non funziona va via. Per il premier fallire questa strategia è impossibile perché a questa è legato il taglio delle tasse”. In merito all’ipotesi di un taglio agli F35, Delrio osserva: “Quando ero ministro del governo Letta mi attirai parecchie critiche per aver sostenuto che una riduzione di quel programma era opportuna. Il nostro governo ha come missione quella di spostare risorse dagli armamenti a investimenti di altro tipo, dalle scuole al dissesto idrogeologico. A me può far piacere se c’è un taglio degli F35, ma lascio decidere alla Difesa”.
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