“Dedicata a te” è la nuova misura finanziata dal governo, tramite un fondo da 500 milioni di euro previsto dall’ultima legge di bilancio, per il contrasto alla povertà tramite l’emissione di una card dal valore di 382,5 euro, erogato una tantum e da attivare entro il 15 settembre 2023, con la quale i cittadini beneficiari potranno acquistare esclusivamente beni alimentari di prima necessità e ottenere il 15% di sconto negli esercizi commerciali che aderiscono alla convenzione MASAF-GDO-Confesercenti. L’iniziativa è rivolta a circa 1,3 milioni di cittadini appartenenti a nuclei familiari composti da almeno tre persone, residenti nel territorio italiano, in possesso di un Isee non superiore a 15 mila euro. Per ottenere la carta elettronica non è necessario presentare domanda: i soggetti interessati che rientrano nei requisiti previsti dalla misura saranno informati dai Comuni – sulla base di un elenco fornito dall’Inps – riguardo le modalità di ritiro presso gli uffici postali.
Il contributo non è attribuito ai nuclei familiari che includano titolari di reddito di cittadinanza o reddito di inclusione (qualsiasi altra misura di inclusione sociale o sostegno alla povertà), nonché a coloro i quali percepiscono Naspi e indennità sociale di disoccupazione per i collaboratori DIS-COLL); indennità di mobilità; fondi di solidarietà per l’integrazione del reddito; cassa integrazione guadagni e qualsiasi altra forma di integrazione salariale per disoccupazione involontaria erogata dallo Stato.
“Dedicata a te”, ma non a tutti: saranno escluse dalla misura le persone sole, anche se con Isee al di sotto dei 15 mila euro, e le persone sole con figli, che in teoria sono quelle più esposte alla povertà. Il provvedimento, quindi, conferma ancora una volta l’obiettivo della maggioranza di valorizzare la cosiddetta famiglia tradizionale, ma sembra trascurare quello che dovrebbe essere il vero obiettivo, e cioè il contrasto alla povertà, perché da questa misura vengono escluse tantissime altre persone che avrebbero bisogno di sostegno, quelle stesse persone alle quali è stato tolto il reddito di cittadinanza (la cui abrogazione ha “permesso” al governo di risparmiare 734 milioni di euro, a fronte di questo nuovo investimento da 500 milioni) e che non rientrano nei paramenti dell’ADI.
“Faremo tutto quello che è necessario e giusto”, ha affermato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso della conferenza stampa di presentazione della misura con i ministri dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e del lavoro, Maria Elvira Calderone. “Gli strumenti per contrastare l’inflazione sono diversi” e “il governo ha deciso di intervenire sui due fattori, i prezzi dell’energia e dei beni alimentari”, da cui dipendono le dinamiche inflazionistiche come conseguenza della pandemia e del conflitto in Ucraina. Magari, proprio in virtù del sacro concetto di famiglia e del ruolo di “mamma” assunto da Giorgia Meloni per gli italiani, fare figli e figliastri, non è proprio la strada più giusta da intraprendere. È intervenendo magari sulle cause strutturali della povertà che ci si può finalmente avviare a segnare il punto, non offrendo 1,04 euro al giorno per un anno (anche un caffè o un cornetto costano più di 1,04 euro).
Elettra Raffaela Melucci