“L’amministratore delegato di FCA ha purtroppo confermato da Detroit, quanto avevamo da tempo già verificato: l’obiettivo della piena occupazione nel 2018 non ci sarà. I numeri parlavano già chiaro ma ora è il momento di aprire un confronto per affrontare l’emergenza occupazionale dei lavoratori di Mirafiori, Pomigliano e Nola”. Cosi’ Michele De Palma, segretario nazionale Fiom e responsabile del settore auto, commenta la conferenza stampa di Sergio Marchionne a Detroit, nell’ambito del salone auto. Per De Palma, già a partire dalla scadenza di settembre del contratto di solidarietà a Mirafiori, e a seguire per gli stabilimenti campani, “è urgente un confronto con l’azienda e il governo perché è evidente un disallineamento tra il piano produttivo, occupazionale dell’azienda e gli ammortizzatori sociali. I ritardi sull’implementazione dei modelli Alfa e Maserati hanno determinato una incertezza sul futuro a cui si è aggiunta una riduzione dei volumi dell’ultimo trimestre”.
“Questo -prosegue- ha determinato un impatto occupazionale: a Cassino si concretizza il rischio che i 500 lavoratori, a cui non è stato rinnovato il contratto, a novembre non rientrino, e senza un aumento dei volumi, sono addirittura a rischio cassa ordinaria, come del resto anche i lavoratori di Modena. Mentre a Melfi la riduzioni dei volumi negli ultimi mesi ha già determinato l’utilizzo di cassa ordinaria. Le parole dell’amministratore delegato confermano che gli stabilimenti italiani non sono al centro dell’attenzione a Detroit”.
La proprietà di FCA, spiega ancora il sindacalista, ha raggiunto gli obiettivi finanziari di riduzione del debito industriale e si appresta ad azzerarlo: “ma il prezzo non lo possono pagare i lavoratori degli stabilimenti italiani, è invece indispensabile trovare le risorse per gli investimenti che servono a rilanciare le produzioni in Italia a partire dalla realizzazione del piano occupazionale con i nuovi modelli Maserati e Alfa entro il 2018 e l’implementazione della gamma con modelli ibridi ed elettrici”.