“La gestione in sicurezza del ciclo relativo all’uso del nucleare nell’ industria, nella ricerca o nella sanità costituisce una risorsa non trascurabile e occasione di lavoro e sviluppo”. Lo sostiene in una nota ilsegretario generale della Flaei Cisl, Carlo De Masi.
“E’ l’approccio – scrive – lontano da ogni demagogia e svincolato dall’uso dell’atomo quello proposto nella seconda giornata della conferenza “Atoms for Peace” 2012 in corso a Roma promossa dalla Flaei/Cisl, dal Wonuc, il sindacato mondiale dei lavoratori del nucleare, in cooperazione con la IAEA, l’agenzia internazionale per l’energia atomica e il NKMI, l’istituto per il management della conoscenza nel nucleare”.
“Costruire – prosegue – competenze a livello locale per gestire il decommissioning, come l’intero ciclo del nucleare per scopi sanitari e di ricerca è l’obiettivo italiano prioritario, attorno al quale mobilitare investimenti immediatamente spendibili, realizzare strutture di ricerca all’avanguardia sul territorio, dar vita a centri operativi capaci di testimoniare e costruire una nuova fiducia verso la sicurezza nucleare”.
“Il confronto internazionale di questi giorni – è ricco di novità, basti pensare al nuovo approccio per la conoscenza del nucleare studiato dall’accademia delle scienze sociali di Shanghai e illustrato tra gli altri da Wang Xingquan, alle necessità di sviluppo dell’industria nucleare illustrate da Davide Tabarelli di Nomisma energia, alle prospettive della gestione italiana dei rifiuti nucleari delineate da Ivo Tripputi della Sogin, senza dimenticare il ruolo del mondo del lavoro in un contesto tanto qualificato, quanto complesso e delicato dal punto di vista della sicurezza delle maestranze e dei cittadini nonché del Sistema Paese”.
“Superare le incertezze, investire in know how, creare occupazione qualificata sono obiettivi a portata di mano – conclude – l’Italia non può restare marginale nel campo del nucleare civile, che non è solo quello di produzione di energia e delle centrali italiane da dismettere, bensì quello della ricerca e della sanità, conoscenze e competenze avanzate che ci debbono tenere al passo con i Paesi leader. Disinteressarsi di questo settore perché si è deciso di non avere centrali atomiche sarebbe perdere qualità e competenze, senza dimenticare che gestire la sicurezza è decisivo, basti pensare a quante centrali sono attive poco oltre i confini italiani. Il lavoro deve essere protagonista sia dello sviluppo, sia della gestione dell’intera filiera di utilizzo dell’atomo civile”. (LF)
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