I sindacati di categoria hanno rotto le trattative del rinnovo del contratto degli elettrici sopo un anno di discussione tra le parti. Il Diario del lavoro ha intervistato il segretario generale della Flaei-Cisl, Carlo De Masi chiedendogli le motivazioni della rottura, i problemi riscontrati con la controparte e le proposte del sindacato.
Qual è lo stato di salute del Settore elettrico in Italia?
Il settore elettrico, caratterizzato da una forte transizione energetica, ha comportato una inevitabile riconfigurazione delle attività di impresa, con continue riorganizzazioni ed efficientamenti. Nel corso degli anni ha subito un taglio occupazionale rilevantissimo (100.000 addetti in meno) anche per via di esternalizzazioni di attività che, nonostante interessino lavori elettrici, vengono regolate con contratti collettivi differenti. Nonostante ciò, tutte le Imprese elettriche hanno continuato a macinare utili per gli Azionisti, a partire da Enel, come le cronache riportano anche in questi giorni. Il Sindacato ha supportato con grande senso di responsabilità i processi che si sono succeduti nel corso degli anni.
Il contratto degli elettrici come si inserisce nel dibattito sulla contrattazione nazionale?
Il contratto unico del Settore elettrico ha sempre rappresentato una punta avanzata nella contrattazione collettiva nazionale, sia per il servizio essenziale erogato ai Cittadini che per una auto regolamentazione del diritto di sciopero (sancito da ultimo con un accordo di responsabilizzazione da parte del Sindacato elettrico). A seguito di ciò gli elettrici rappresentano l’unica Categoria che, anche quando scioperano, non lasciano al buio alcun Utente, garantendo a tutti (Cittadini e Imprese) la continuità della fornitura. Tuttavia, abbiamo cercato di mantenere una attenzione alla solidarietà occupazionale, agli investimenti, alle innovazioni, alla qualità del servizio, in modo tale che le aziende elettriche abbiano potuto garantire non solo profitti per gli Azionisti ma anche una equa distribuzione della ricchezza a favore delle lavoratrici e dei lavoratori che la generano con il loro impegno e la loro professionalità.
Quali sono state le richieste del Sindacato elettrico al tavolo delle trattative?
Anche per questo rinnovo contrattuale in corso, il Sindacato ha avanzato proposte efficaci in una logica di modernizzazione e solidarietà. Le principali richieste contenute nella Piattaforma presentata riguardano: la stabilizzazione dei livelli occupazionali; un Fondo di occupabilità di Settore, per quei Lavoratori che rischiano, per la prima volta nella lunga storia degli elettrici, il posto di lavoro; un ulteriore avanzamento sul welfare contrattuale; una polizza di premorienza e un aumento salariale in linea con i livelli di efficienza e di produttività delle Aziende elettriche.
Quali sono le motivazioni per cui avete ritenuto inaccettabili le proposte di Assoelettrica, Utilitalia ed Energia Concorrente?
Purtroppo, abbiamo dovuto interrompere la trattativa, che poteva avviarsi alla stretta finale, dopo circa un anno di discussione, poiché le Delegazioni datoriali intenderebbero modificare importanti Istituti del contratto in essere (orari di lavoro, reperibilità, turni, trasferimenti, provvedimenti disciplinari, ecc.). Una risposta, quella aziendale, per noi di sorprendente rigidità, che, se accettata, si tradurrebbe in un arretramento secco per le lavoratrici e i lavoratori del settore. Non possiamo, infatti, accettare la logica che ogni riorganizzazione aziendale o novità di mercato sia pagata, di fatto, dai soli lavoratori. Non vi sono condizioni tali, pur nel contesto attuale, da giustificare preclusioni così nette come quelle avanzate dalle Parti datoriali. Auspichiamo pertanto, un ripensamento da parte delle Imprese che, come tradizione, favorisca un accordo sodisfacente per entrambe le Parti, eviti inutili contrapposizioni e non produca effetti negativi a Cittadini e Imprese.
Alessia Pontoriero