“Ill.mo Presidente, la Sua proposta di costruire un patto contro i rischi derivanti dai dazi e dalle guerre commerciali può rappresentare un`opportunità importante per il nostro Paese, ma solo se accompagnata da misure concrete, serie e condivise. Un patto, infatti, non si annuncia: si costruisce con il coinvolgimento attivo di tutte le parti interessate, a partire dalle organizzazioni sindacali”. Così il segretario generale della Uil, PieraPaolo Bombardieri, in una lettera aperta inviata al presidente del consiglio Giorgia Meloni, in merito alla vicenda dazi.
“L’annuncio del Presidente Trump sulla sospensione dei dazi per un periodo di 90 giorni – prosegue Bombardieri – apre una finestra temporale preziosa che l`Italia deve saper cogliere. È il momento di avviare un confronto vero e strutturato con i sindacati, come già richiesto dalla Uil e come stanno facendo anche altri governi europei e la Commissione stessa. Abbiamo tre mesi per definire soluzioni comuni che tutelino il lavoro, il nostro sistema produttivo e la coesione sociale. I dazi non colpiscono solo le imprese: colpiscono milioni di lavoratori, con il rischio concreto di licenziamenti, aumento dei prezzi e ulteriore impoverimento del potere d`acquisto”.
“In questo contesto, rinnoviamo l`invito a convocare con urgenza le parti sociali, approfittando della momentanea tregua internazionale”.
Il piano da 25 miliardi annunciato dal Governo, secondo Bombardieri, “merita un`attenta valutazione.
In particolare, riteniamo potenzialmente utile la quota di 14 miliardi derivanti dalla revisione del Pnrr, ma solo a condizione che le imprese beneficiarie si impegnino a non licenziare e a mantenere gli attuali livelli occupazionali. Senza condizionalità precise, esiste il rischio concreto che le risorse pubbliche finiscano per essere assorbite da soggetti che non restituiscono nulla alla collettività, e che a rimetterci sia ancora una volta l`Italia che lavora duramente”.
“Non ci trova invece d`accordo, ed esprimiamo forte preoccupazione, l`ipotesi di destinare gli 11 miliardi delle politiche di coesione europee ad altri fini. Togliere fondi vitali alle aree più fragili, in particolare al Mezzogiorno – già colpito dalla riduzione della “decontribuzione Sud” – significa aumentare le diseguaglianze anche generazionali e di genere, complicare la ricerca di un lavoro per tante persone e condannare intere regioni a un progressivo impoverimento abdicando ai principi della coesione stessa”.
“Non possiamo condividere, in linea di principio, neppure l`ipotesi di utilizzo delle risorse del Fondo europeo per il clima, destinate a tutelare i lavoratori colpiti dalla transizione ecologica. Ricordiamo che, ai sensi dell`articolo 5 del Regolamento 2023/955, tali fondi devono essere oggetto di confronto con sindacati e parti sociali. Il Governo, entro il 30 giugno, è tenuto a presentare un piano alla Commissione Europea, e la Uil è pronta a partecipare responsabilmente a questo percorso”.