Un terzo degli operatori delle Forze dell’Ordine non è soddisfatto del proprio lavoro e oltre l’80 per cento ritiene il proprio stipendio insufficiente. Una condizione che rispetto al 2008, ultimo anno in cui sono state stanziate risorse per la contrattazione collettiva del pubblico impiego, è peggiorata e che si riflette negativamente sia sulla percezione del proprio ruolo sociale sia sulla tenuta della famiglia. Il 90% degli intervistati vive con uno stipendio netto mensile inferiore ai 1.500 euro, circa il 60% non arriva ai 1.200. Questi i dati emersi dalla presentazione del ‘Rapporto sul disagio socio-economico delle Forze di Polizia’ elaborato dal Coordinamento Sicurezza Ugl sulla base di un sondaggio che ha riguardato un campione di 15mila operatori, di cui il 58% della Polizia di Stato, il 21 % della Polizia Penitenziaria, il 17% dei Vigili del Fuoco e il 4% del Corpo Forestale dello Stato. Sono intervenuti alla presentazione dello studio il Segretario Generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, il vice Segretario Generale dell’Ugl, Paolo Varesi, ed i Segretari Nazionali dell’Ugl Polizia, Valter Mazzetti, dell’Ugl Corpo Forestale dello Stato, Danilo Scipio, dell’Ugl Polizia Penitenziaria, Giuseppe Moretti, e dell’Ugl Vigili del Fuoco, Fernando Cordella. Ha partecipato inoltre l’On. (FI) Renata Polverini, Vice Presidente della Commissione Lavoro alla Camera. Per Centrella “gli operatori del comparto Sicurezza rappresentano la spina dorsale del Paese e le risorse dedicate al settore non possono essere considerate degli sprechi, bensì un investimento per l’intera collettività”.
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