Daniela Fumarola è il nuovo segretario generale della Cisl. È stata eletta a scrutinio segreto dal consiglio generale con il 98,4% dei voti. Fumarola succede a Luigi Sbarra. I componenti del consiglio generale sono 199, i presenti che hanno espresso il voto 191. Fumarola ha raccolto 188 voti, una scheda bianca e due nulle. La nuova leader della Cisl ha proposto al consiglio generale di votare la nuova segreteria confederale, “una squadra a 6, incluso il segretario Generale, confermando i 5 colleghi che in questi anni hanno svolto un lavoro davvero importante. E con cui oggi abbiamo l’occasione e il dovere di proseguire e accelerare: Andrea Cuccello, Ignazio Ganga, Giorgio Graziani, Mattia Pirulli, Sauro Rossi”. Sulla proposta il consiglio generale è chiamato al votare.
Daniela Fumarola è nata a Taranto nel 1966. Laureata in Scienze Sociologiche alla Cattolica di Milano, ha iniziato la sua esperienza sindacale nel 1987 nella Fisba, la Federazione Cisl degli operai agricoli, poi confluita nella Fai, sostenendo e promuovendo il lavoro dei braccianti nelle Leghe comunali. Nel 1993 è entrata nella Segreteria della Fisba di Taranto e nel 2002 è stata eletta Segretaria Generale della Fai territoriale, assumendo anche per la Federazione Nazionale la responsabilità del Coordinamento Donne. Nel 2009 ha assunto la carica di Segretaria Generale della Cisl di Taranto, poi divenuta Taranto-Brindisi, restando in tale carica fino al 2015, quando è stata chiamata ai vertici regionali della Usr Cisl Puglia-Basilicata, dove è stata eletta nel 2016 Segretaria Generale. Nel luglio 2020 l`ingresso a Roma nella Segreteria Confederale Nazionale della Cisl con il ruolo di Segretaria Organizzativa. Dopo due anni, il 19 dicembre 2023, Fumarola è stata eletta all`unanimità Segretaria Generale Aggiunta, conservando anche la delega del Dipartimento Organizzativo. Tra le battaglie più significative della sua carriera sindacale quella per l`emersione del lavoro irregolare e i Patti territoriali in agricoltura, la riqualificazione ambientale dell`area dell`ex Ilva, la costruzione del Gasdotto Trans Adriatico, i patti territoriali in Puglia, Basilicata, per la città metropolitana di Bari e Taranto, le tante iniziative a favore del lavoro dei giovani, la formazione, la conciliazione lavoro-famiglia, la tutela della maternità e l`occupazione stabile, il sostegno ai pensionati ed alla non autosufficienza, l`accoglienza e l`inclusione dei lavoratori immigrati.
Essere la guida della Cisl è “una grande responsabilità, enorme. La sento pienamente e metterò tutto il mio impegno per esserne degna”, ha affermato la neo segretaria generale che, prima di entrare nel merito della sua relazione, ha voluto ringraziare il suo predecessore Luigi Sbarra: “Sono fortunata perché posso fare affidamento su un grande esempio. Il lavoro che hai portato avanti in questi quattro anni è stato straordinario. Hai reso la Cisl ancora più forte”. Fumarola si è soffermata sulla parola “grazie”, citando il “senso originale che gli attribuiva San Tommaso D`Aquino: grazie come riconoscenza. Ma anche e soprattutto come vincolo. Come impegno morale a restituire e rimettere in circolo ciò che si è ricevuto. È l`impegno che voglio prendere fin d`ora”.
Molti gli argomenti toccati nel suo discorso di insediamento a partire, ovviamente, dalla proposta di legge iniziativa popolare sulla partecipazione che ieri è stata al centro della Assemblea Nazionale della Cisl. È stata una “scelta condivisa all`unanimità” dai delegati della Cisl, ha affermato Fumarola, un “cammino impegnativo che oggi ci fa dire che siamo a un passo dal risultato: trovare finalmente scritta in Gazzetta Ufficiale la ‘legge Sbarra’ sulla partecipazione”. E ha aggiunto: “L’appello della Cisl oggi più che mai è alla più ampia convergenza parlamentare, un’adesione bipartisan a questa legge di civiltà che non deve essere trasformata in un terreno di scontro ideologico tra partiti”.
Ed è proprio sul rapporto con le forze politiche che la neosegretaria si è soffermata: per l`Europa, ma anche per l`Italia è “il tempo di una nuova e piena condivisione. Il nostro Paese ha bisogno di dialogo, concordia e coesione. Solo uscendo una volta per tutte dalle secche ideologiche del Novecento potremo mettere il Paese sui giusti binari”. La strada, dunque, è quella del “confronto libero e autonomo con gli interlocutori sociali e istituzionali nessun pregiudizio, nessuna simpatia o antipatia dettata dal colore politico del governo che si ha di fronte”.
Rispetto al Governo Meloni, “al quale riconosciamo di aver mantenuto, salvo rari frangenti, un`importante attenzione al dialogo, ci poniamo allo stesso modo con cui ci siamo rapportati al Governo Draghi e a quelli precedenti – ha aggiunto – stando sempre al merito delle cose e proprio per questo senza paura del conflitto. Che è cosa ben diversa da un antagonismo troppo spesso strabordante su altri terreni rispetto a quello puramente sindacale”. Parole che non lasciano dubbi circa lo scontro aperto con la Cgil di Maurizio Landini. “Spero venga riconosciuto il fatto che mai abbiamo giudicato per primi chi coltiva invece questa visione, perché ognuno è libero di fare ciò in cui crede. A giudicare siano i lavoratori. Rivendico però il fatto che quando si è tentato di far passare la nostra autonomia per acquiescenza, il nostro riformismo per timidezza, allora abbiamo risposto e lo abbiamo fatto a testa alta, con orgoglio. Troppo complesse e decisive sono le sfide che dobbiamo affrontare per permettersi di restare prigionieri dentro un clima di scontro che davvero non giova a nessuno”.
C`è “solo un modo” per affrontare, “con la speranza di vincere”, le sfide che attendono il Paese: “Lasciare gli ormeggi del passato e aprire una stagione nuova di corresponsabilità e partecipazione”. E a due giorni dalla ricorrenza del patto di San Valentino, Fumarola rilancia la proposta di un accordo tra Governo e parti sociali. “Dobbiamo impostare la rotta che arriva a un grande accordo tra parti riformiste e responsabili – ha detto al consiglio generale della confederazione – che impegni istituzioni, sindacato e imprese su obiettivi strategici comuni”.
Il lavoro, comunque, resta al centro. Accanto alla partecipazione, la neosegretaria conferma il no della confederazione a salario minimo e legge sulla rappresentanza, soffiando sul fuoco del dibattito politico-sindacale. “La vera sfida sta nel lavorare insieme per un nuovo statuto della persona – ha detto parlando al consiglio generale – non è mettendo le lancette indietro di dieci anni che possiamo rispondere a problemi nuovi”. E nel giorno in cui Landini lancerà la campagna referendaria a Bologna aggiunge: “Chi vede nel Jobs act la madre di tutti i mali, svegliandosi dopo due lustri di letargo, sa bene di non raccontarla giusta. Non è con l`invasione legislativa nelle materie lavoristiche che si risolvono i problemi. Rischiamo invece di fare un tuffo nel passato devastante”.
“Chi va dicendo ancora in questi giorni che la legge che serve al Paese è quella sulla rappresentanza mortifica la contrattazione e si pone in una posizione di retroguardia preoccupante e divisiva – incalza Fumarola -. Salario, orario, organizzazione del lavoro, deroghe, smart working, flessibilità e rappresentanza sono tutti elementi propri delle relazioni industriali, che richiedono dinamismo e adattabilità, che devono essere negoziati e ritagliati sulle specificità di ogni settore, di ogni sito produttivo. Senza affrontare il tema della valorizzazione del capitale umano e senza promuovere ed esaltare la contrattazione non si riuscirà a sciogliere nemmeno il nodo della produttività”.
Il principale riferimento è alla scarsa produttività, “una ferita da guarire ad ogni costo perché vuol dire economia che ristagna e salari che non crescono”. Quest’ultimo punto in particolare “è una questione che ha bisogno di nuove risposte, dove per nuove, però, non si può intendere l`introduzione di un salario minimo legale che nuocerebbe ai lavoratori, specie delle fasce medie. Indebolire la contrattazione collettiva, favorire l`uscita delle aziende dai sistemi di rappresentanza avrebbe come effetto perverso l`abbassamento delle retribuzioni medie. La via maestra resta quella contrattuale, estendendo il perimetro della contrattazione aziendale e territoriale nei settori ad alta intensità di piccola impresa e diffondendo soluzioni contrattuali partecipate”.
La soluzione, di fronte a un`inflazione che ha falcidiato le retribuzioni, per la Cisl resta una nuova politica dei redditi, “da definire in modo non populista o demagogico, ma serio, scientifico, concertato. Oltre a incentivare maggiore produttività e partecipazione, si tratta di governare prezzi e tariffe, contrastare la speculazione, rinnovare tutti i contratti pubblici e privati, diminuire le tasse sulle fasce più deboli e sul ceto medio”.
E naturalmente,”la questione delle questioni, il nostro primo comandamento”, è la sicurezza sul lavoro, che per essere degno “deve essere innanzitutto sicuro”. Davanti alla platea del consiglio generale della confederazione, Fumarola ha detto che “quella per garantire salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è una battaglia di civiltà che deve essere combattuta da tutti, deponendo le inutili armi della polemica spicciola di parte. Istituzioni, politica, sindacato, imprese: si stringa un grande patto per costruire, in modo concertato, una strategia nazionale che si muova su tutti i piani possibili. Acquisendo, finalmente, piena consapevolezza del fatto che le energie e le risorse spese per salute e sicurezza, così come peraltro quelle per la legalità, per la lotta al caporalato soprattutto in agricoltura e in edilizia, non sono un costo, ma il migliore investimento che si possa fare. Allora, investire, investire, investire”.
Quanto ai temi economici, sebbene ci siano segnali positivi e “anche confortanti”, restano “molti elementi di fragilità, a cominciare dalla debolezza di un mercato del lavoro schiacciato su livelli qualitativi ancora troppo bassi, su impieghi a basso valore aggiunto, sull`esclusione soprattutto, ma non solo, nel Mezzogiorno della componente giovanile e femminile”. In particolare, “i divari territoriali, di genere e generazionali finiscono per formare un prisma che ha tante facce negative – ha sottolineato Fumarola – lavoratrici costrette a subire, e non a scegliere, il lavoro a tempo parziale. Oppure indotte, e sono il 20%, a lasciare il posto alla prima maternità”. I giovani, poi sono un tema particolarmente sensibile – la fuga all’estero per cercare un futuro migliore, i neet -ma anche la povertà lavorativa, “condizione dalla quale una volta entrati è molto difficile uscire. Al progressivo contrarsi del ceto medio, con tanti, troppi, che sono scivolati o stanno scivolando verso il basso”.
Al prossimo congresso della confederazione “dovremo parlare anche di questo – ha aggiunto – di una società a clessidra in cui crescono le parti alta e bassa della struttura sociale e si restringe quella intermedia. Ci sono quindi nodi strutturali rispetto ai quali è davvero tanto il tempo perso da recuperare. C`è molto da cambiare, molto da riformare. Bisogna aprire una prospettiva nuova. Proiettare nel futuro le relazioni industriali e sociali, mettendo al centro la persona con il suo protagonismo”.
Fumarola ha poi affermato che la prima sfida per il mercato del lavoro è quella delle competenze: “Tra i più grandi nemici della crescita e della coesione c`è quello creato dall`intreccio di una doppia scarsità. A quella di lavoro per giovani e donne va aggiunta la scarsità di personale rispetto ai profili richiesti dalle imprese. Questo intreccio va assolutamente spezzato, iniziando col dire che è ora di anteporre al paradigma della precarietà proprio la carenza di competenze”.
La leader della Cisl ha aggiunto che “più resterà ampio il mismatch sulle competenze, più si allargherà il bacino di lavoratori per i quali sono obsolete relegandoli, per questo, alla disoccupazione o a lavori sottopagati o in nero. Uno dei grandi temi di oggi è investire nella qualità dell`istruzione e della formazione, ripensare le politiche attive per passare dalle sole tutele sul posto di lavoro a quelle nel mercato del lavoro, sostenendo la persona in ogni transizione lavorativa, garantendole il diritto-dovere all`apprendimento permanente e un sostegno al reddito legato a percorsi di riqualificazione”.
Infine la neosegretaria ha affrontato anche i temi del sistema fiscale di pensionati e lavoratori , che “va riequilibrato”. La Cisl, ha detto, proporrà al Governo “l`abbassamento della seconda aliquota Irpef dal 35 ad almeno il 32% per sostenere con più vigore il ceto medio e rilanciare i consumi”, aggiungendo che “va intensificata la lotta all`evasione fiscale con un sistema sanzionatorio più severo, nuovi metodi di accertamento, incrocio di banche dati e controlli avanzati – ha concluso nella relazione al consiglio generale – inclusi quelli basati sull`intelligenza artificiale”. In questo senso, “il Paese ha bisogno di equità fiscale. Più che di rottamazione delle cartelle si emettano più cartelle. Pagare meno, pagare tutti”.
Quanto al sistema pensionistico “si può cambiare solo insieme con il sindacato, costruendo, e lo diciamo al Governo, un percorso condiviso, condizioni di maggiore flessibilità, inclusione e sostenibilità sociale, a cominciare da una pensione di garanzia per i giovani e dall`estensione a tutti i lavoratori della previdenza complementare”.